Quando le Radici, di Lino Aldani (citazioni)

da | Ott 28, 2025 | Libri

Quando Le Radici di Lino Aldani è un romanzo di fantascienza italiano capace di distinguersi nettamente dalla narrativa d'oltreoceano, concentrandosi su un quadro realistico e terribile di un futuro che è al tempo stesso presente.

L'autore getta uno sguardo torvo alla struttura della società moderna, puntando l'attenzione sulle turbe e sulle inquietudini dell'animo comune.

Il romanzo descrive nel dettaglio un'umanità lacerata dall'indifferenza e dall'egoismo. La storia segue una ricerca esistenziale che mette in discussione i valori di una società orientata all'imbarbarimento di massa, evidenziando estrema onestà e coerenza narrativa.

Copertina di Quando Le Radici

Il realismo crudo di Quando Le Radici

Quando Le Radici si focalizza intensamente sui macroscopici difetti del nostro vivere sociale e sui danni che la razza umana sta portando ad un celere vertice. Lino Adani delinea uno scenario poco rassicurante della società moderna, scegliendo di affrontare una realtà quotidiana estraneante per far emergere i vizi della moderintà.

La narrazione si concentra sulla vicenda individuale di Arno, impiegato presso l'Istituto Centrale Urbanistico, dove è intrappolato in un’attività lavorativa assurda e incomprensibile.

La sua ricerca lo conduce alla comunità rurale di Pieve Lunga, dove i residenti sono gente umile e cocciuta.

Uno degli spunti che maggiormente ho apprezzato in Quando Le Radici è la bravura di Lino Aldani nel rendere la sua fantascienza vicina al lettore, pur in una sfera fantastica.

Citazioni da Quando le Radici

Pagina 16 | posizione 187-189
Brizzi mastica come un forsennato. Lui trova ottima la bistecca di metano, saporitissimo il pomodoro gonfiato d’acqua e di concimi chimici. Mastica, grufola, rutta, trova tutto eccellente e s’ingozza come un porco. Brizzi non è che un transito di cibo, un tubo digerente sormontato da un cervello di mosca.
Pagina 16 | posizione 200-202
Le schede sono le schede, punto e basta. Sono il tuo pane quotidiano, e se la parola pane ti sembra fuori moda, ti dirò che le schede rappresentano il tuo televisore, la tua macchina, il tuo frigo, le tue scarpe, i tuoi vestiti, le sigarette e tutto il resto. Capito?
Pagina 22 | posizione 279-279
Era un imbecille, senza rimedio. E soprattutto pericoloso, come tutti gli imbecilli di questo mondo.
Pagina 29 | posizione 367-368
Uno di quei battibecchi dove l’iperbole degli insulti blocca sul nascere ogni possibilità di risentimento.
Pagina 58 | posizione 780-781
Bisognerebbe scomodare Epicuro, Duns Scoto e tutti quei filosofuzzi da strapazzo che con le loro diatribe hanno rotto i coglioni all’umanità nel corso di secoli e secoli.
Pagina 71 | posizione 968-968
l’antenna televisiva sul tetto d’una casa è come una croce piantata su una tomba
Pagina 83 | posizione 1134-1137
Ebbe la fulminea conferma che l’ICU e le altre decine di migliaia di enti inutili disseminati in tutta Italia altro non fossero che semplici aree di parcheggio per assorbire la disoccupazione intellettuale. Le schede che uscivano da quella macchina fetente non significavano nulla, non servivano a niente, erano solo un giochetto idiota per tenerlo occupato. Occupato e sottoposto. E soprattutto ligio al sistema.
Pagina 105 | posizione 1424-1428
Alla faccia del dottor Nurri — disse ad alta voce. E si lasciò andare a una violenta e prolungata scorreggia. Quand’ebbe finito, estrasse faticosamente il portafoglio e cercò tra le carte. Si pulì col certificato medico dell’ICU, con i tagliandi della mensa aziendale, con la ricevuta del canone d’affitto della sua monocamera romana. Forse, con quelle carte, sarebbe stato più poetico fare tante barchette da affidare alla corrente della roggia. Ma anche così poteva andare. Anzi, andava benissimo.
Pagina 132 | posizione 1815-1817
Ebbene, fratelli, io vi dico che se il Padre Eterno c’è, dovrà pur perdonarci i nostri rubarizi, le nostre malefatte di emarginati, costretti a vivere come viviamo. E se non c’è, fa lo stesso. Allora vorrà dire che il Padre Eterno siamo noi, noi con la nostra fame e con la nostra sete di giustizia, con la nostra speranza di riscatto, con la nostra volontà di sopravvivere in questo mondo che sta andando a remengo.
Pagina 133 | posizione 1824-1825
Preghiamo anche per quella manica di farabutti che governano l’Italia, per i ministri ladri del passato e del presente;
Pagina 134 | posizione 1838-1839
Lo sai perché vengono tutti? Vengono perché qui non si prega, ma si bestemmia.
Pagina 140 | posizione 1931-1933
dal momento che ci hanno tolto tutto, una cosa vogliamo dimostrarla… — E cioè? — Che riusciamo a vivere lo stesso.
Pagina 159 | posizione 2210-2217
E così, parlarono d’altro. E bevvero. E dopo un po’ il discorso finì sopra la macchinetta allacciascarpe. — Prima o dopo — disse il Sacrista — la metteranno in commercio. E tutti la compreranno, sta’ sicuro. E poi inventeranno la macchinetta per soffiarsi il naso. Compreranno anche quella. E così la macchinetta per tirarsi le pippe. Arno sbottò a ridere. — Cosa ridi, coglione! È la legge del progresso, no? Tutto ciò che la tecnica può realizzare, deve essere realizzato. Bisogna produrre, altrimenti è la crisi. Ma per produrre bisogna consumare, e siccome per consumare occorre sentirne il bisogno, allora in un modo o nell’altro bisogna creare il bisogno. E così con la richiesta cresce la spesa, e con la spesa le rivendicazioni di chi produce…
Pagina 161 | posizione 2231-2233
E pensare che il sole potrebbe dispensare tanta energia! — sospirò il Sacrista. — Invece, no. Bisogna leccare il culo ai petrolieri, e adesso anche ai padroni dell’uranio.
Pagina 178 | posizione 2464-2465
gli sportelli si richiusero e il treno ripartì in silenzio, come scorresse su un binario d’olio.
Pagina 190 | posizione 2638-2645
Racconta. Che fine ha fatto la létrika? Sì, dico, l’automobile. Tutto uno strano discorso. La létrika? Venduta, per non cadere in tentazione. — Bene. Vale più un buon cavallo che tutte le automobili del mondo. Ma la voce della zingaro tradiva scarsa convinzione. — Perché l’avresti venduta? — tornò a chiedere. — Te l’ho detto, per non cadere in tentazione. Pura verità. La S 138 era uno dei tanti tentacoli che avvolgevano la testa di Medusa. Anche gli altri serpenti avevano un nome, la droga, il lavoro stupido e incomprensibile, il sesso facile, l’accidia neghittosa del non-pensiero, la dolce sottomissione all’apparato, i mille comodi alibi per sottrarsi alla fatica di essere se stesso.
Pagina 191 | posizione 2647-2649
— Parli come i preti — disse. — Tutti i ràshaj hanno la parola sciolta, come la tua, ma raccontano un mucchio di bubbole.
Pagina 204 | posizione 2846-2848
“Presto diventerai moderno” pensò “un bravo fiume disciplinato e civile, subirai lo sfregio d’un altro ponte, nuovo, lucente, un ponte inutile per consentire a centomila scimuniti di correre più forte, di giungere a Milano con mezz’ora d’anticipo sulle attuali tabelle di marcia.
Copertina di Quando Le Radici

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Nonostante sia disponibile solo in formato audio, Quando le Radici rimane un acquisto imperdibile. Lasciati trasportare dalla voce del narratore nella ricca prosa di Lino Aldani!

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