Le Cosmicomiche di Italo Calvino

Le Cosmicomiche di Italo Calvino

La copertina delle Cosmicomiche

Le Cosmicomiche di Italo Calvino è una raccolta di racconti fantascientifici pubblicata nel 1965. In queste storie, Calvino fonde scienza, immaginazione e umorismo, trasformando teorie cosmologiche — come l’origine dell’universo, la formazione della Luna o l’espansione dello spazio — in narrazioni surreali e poetiche.

Il protagonista ricorrente, chiamato polindromicamente Qfwfq, è una creatura che ha attraversato tutte le epoche dell’evoluzione cosmica. Attraverso i suoi ricordi, Calvino esplora il tempo, lo spazio, il desiderio e la memoria, con uno stile leggero e ironico.

Citazioni da Le Cosmicomiche

Posizione 196-196
«Ho paura! – pensai. – Ho troppa paura per buttarmi! Sono un vile!» e in quel momento mi buttai.
Posizione 220-221
privato del suo terreno terrestre, il mio innamoramento ora non conosceva che la nostalgia straziante di ciò che ci mancava
Posizione 270-271
Così preferivamo lasciar scorrere i secoli come fossero minuti; non c’era che aspettare, tenersi coperti per quel tanto che si poteva, dormicchiare, darsi una voce ogni tanto per essere sicuri che eravamo sempre tutti lì; e – naturalmente – grattarsi
Posizione 409-410
la Terra aveva appena dato uno dei suoi soliti giri. Era la notte. Tutto stava solo cominciando.
Posizione 415-417
È difficile da dire perché se vi si dice segno voi pensate subito a un qualcosa che si distingua da un qualcosa, e lì non c’era niente che si distinguesse da niente
Posizione 557-558
Ogni punto d’ognuno di noi coincideva con ogni punto di ognuno degli altri in un punto unico che era quello in cui stavamo tutti.
Posizione 685-686
per lei là dove il grigio aveva spento ogni sia pur remoto desiderio d’essere qualcos’altro che grigio, solo là cominciava la bellezza
Posizione 690-691
un pensiero per cui non esistevano ancora parole cercava di prorompere dalla mia gola:
Posizione 732-732
nuvole rosa s’addensavano in cumuli violetti che scaricavano fulmini dorati
Posizione 733-734
muschi e felci verdeggiavano nelle valli percorse da torrenti.
Posizione 779-780
Gli atomi d’idrogeno li conoscevo uno per uno, e quando ne saltava fuori uno nuovo lo capivo subito.
Posizione 927-927
Guardando la sua pelle liscia pareva che non fossero mai esistite scaglie e squame.
Posizione 1036-1038
Tutti costoro avevano qualcosa, lo so, che li rendeva in qualche modo superiori a me, sublimi, e che rendeva me, in confronto a loro, mediocre. Eppure non mi sarei cambiato con nessuno di loro.
Posizione 1050-1051
Io scommetto di no, tutto quello che vuoi. E io: – Scommetteresti anche ix? E il Decano: – Ix elevato a enne!
Posizione 1177-1179
Tutti tranne me, – precisò Qfwfq, – perché anch’io, per un certo periodo, sono stato dinosauro: diciamo per una cinquantina di milioni d’anni; e non me ne pento: allora a essere dinosauro si aveva la coscienza d’essere nel giusto, e ci si faceva rispettare.
Posizione 1228-1232
Per me, pensare a noi Dinosauri era invece riandare con la mente a una lunga serie di traversie, di agonie, di lutti; le storie che di noi raccontavano i Nuovi erano così lontane dalla mia esperienza che avrebbero dovuto lasciarmi indifferente, come se parlassero di estranei, di sconosciuti. Eppure ascoltandole mi accorgevo che non avevo mai pensato a come noi eravamo apparsi agli altri, e che tra molte fandonie quei racconti, in qualche particolare e dal loro determinato punto di vista, coglievano nel vero
Posizione 1407-1408
ora sapevo che i Dinosauri quanto più scompaiono tanto più estendono il loro dominio, e su foreste ben più sterminate di quelle che coprono i continenti: nell’intrico dei pensieri di chi resta.
Posizione 1504-1507
Riflettendoci, però, se Ursula e il Tenente avevano un tempo occupato lo stesso punto dello spazio, era segno che le rispettive linee di caduta s’erano andate allontanando e presumibilmente continuavano ad allontanarsi. Ora, in questo lento ma continuo allontanamento dal Tenente, niente di più facile che Ursula s’avvicinasse a me; quindi il Tenente aveva poco da andar fiero delle sue passate intrinsichezze: il futuro era a me che sorrideva.
Posizione 1522-1525
se era vero che lo spazio con qualcosa dentro è diverso dallo spazio vuoto perché la materia vi provoca una curvatura o tensione che obbliga tutte le linee in esso contenute a tendersi o curvarsi, allora la linea che ognuno di noi seguiva era una retta nel solo modo in cui una retta può essere retta cioè deformandosi di quanto la limpida armonia del vuoto generale è deformata dall’ingombro della materia, ossia attorcigliandosi tutto in giro a questo gnocco o porro o escrescenza che è l’universo nel mezzo dello spazio.
Posizione 1787-1790
Era una condizione ricca e libera e soddisfatta, la mia d’allora, tutto il contrario di quel che voi potete credere. Ero scapolo (il sistema di riproduzione d’allora non richiedeva accoppiamenti neppure temporanei), sano, senza troppe pretese. Quando uno è giovane, ha davanti a sé l’evoluzione intera con tutte le vie aperte, e nello stesso tempo può godersi il fatto d’esser lì sullo scoglio, polpa di mollusco piatta e umida e beata.
Posizione 1798-1799
L’acqua era un mezzo d’informazione attendibile e preciso: mi portava sostanze commestibili che io sorbivo attraverso tutta la mia superficie, e altre immangiabili ma dalle quali mi facevo un’idea di quel che c’era in giro.
Posizione 1818-1819
Ecco insomma che una di loro, sflif sflif sflif, emetteva le sue uova, e io, sfluff sfluff sfluff, le fecondavo
Posizione 1901-1904
per un momento sono convinto di riconoscerla in un gabbiano femmina e un momento dopo ho il dubbio che invece sia un’acciuga, però potrebbe essere ugualmente una qualsiasi regina o schiava nominata da Erodoto o solamente sottintesa nelle pagine del volume messo a segnare il posto del lettore uscito nel corridoio del treno per attaccare discorso con le turiste olandesi, o una qualsiasi delle turiste olandesi, di ognuna di queste posso dirmi innamorato e nello stesso tempo sicuro d’essere innamorato sempre di lei sola.

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Con Le Cosmicomiche, Italo Calvino trasforma teorie astronomiche in storie quotidiane, ironiche e surreali. Se credi che ti possa piacere un libro che invita a guardare l’universo con occhi diversi, con la curiosità di scoprire un modo originale di raccontare il cosmo, clicca il pulsante per acquistare questa raccolta!

La copertina delle Cosmicomiche
Michele e l’aliante scomparso, di Maurizio Cometto

Michele e l’aliante scomparso, di Maurizio Cometto

La Copertina di Michele e l'aliante scomparso

Michele e l'aliante scomparso di Maurizio Cometto, finalista al Premio Odissea 2016, è un romanzo di formazione ambientato nella rurale e opprimente Vallascosa.

La storia prende il via con una serie di fenomeni inspiegabili: la misteriosa sparizione di un aliante giocattolo nel cielo, l'inquietante richiamo di un rapace da un'altra dimensione e i pianti di bambini che echeggiano da una voragine all'interno di uno sgabuzzino. Al centro di questi enigmi vi è Michele, un bambino destinato a un ruolo cruciale.

Solo l'anziana signora Lena, che vive nel retrobottega della sua ferramenta e spia la vita del paese attraverso una tenda di perline, sembra conoscere i molti segreti di Vallascosa. Tra questi, spicca la muta, un'inquietante trasformazione a cui tutti i bambini sono condannati. Michele potrebbe essere colui che libererà Vallascosa da questa maledizione, intraprendendo un viaggio che lo porterà a scoprire legami inattesi e verità nascoste.

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Il mistero della muta e la sua natura inquietante. L'idea che tutti i bambini siano destinati a una trasformazione, e che questa sia una maledizione che gravava su Vallascosa fin dalla notte dei tempi crea una tensione costante e una profonda curiosità.

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Le continue espressioni dialettali. Invece di aggiungere colore, hanno interrotto continuamente la lettura, rendendola frustrante.

Leggi Michele e l'aliante scomparso

Per immergerti nel mistero di Vallascosa con Michele e l'aliante scomparso, dovrai cercare una copia usata o in biblioteca, poiché il romanzo è fuori commercio. La tua tenacia sarà premiata da un'avventura avvincente, tra segreti familiari, inquietanti trasformazioni e un viaggio fantastico per spezzare una maledizione.

La Copertina di Michele e l'aliante scomparso
Picnic sul ciglio della strada (Stalker)

Picnic sul ciglio della strada (Stalker)

Copertina di Picnic sul ciglio della strada

Il romanzo Picnic sul ciglio della strada, noto anche con il titolo Stalker, di Arkadi e Boris Strugatski, è ambientato in un mondo in cui è avvenuto un evento noto come la Visitazione. Una notte, entità aliene sono arrivate e ripartite senza essere viste da nessuno, lasciando dietro di loro tracce di oggetti sconosciuti che l'umanità brama, pur non conoscendone l'uso.

Questi luoghi, ricchi di pericoli e tesori, sono stati denominati Zone e si trovano in diverse parti del mondo, inclusi Europa, America e Russia. All'interno delle Zone, si possono trovare meraviglie tecnologiche che l'uomo ha imparato a usare - non si sa se non modo corretto - pur non conoscendone la vera natura. Per avventurarsi in questi luoghi estremamente pericolosi e recuperare gli artefatti alieni, esistono uomini particolari chiamati Stalker, gli unici che possono sperare di sopravvivere a più di un viaggio.

Il protagonista del romanzo è Redrick Schuhart, considerato il migliore Stalker nei dintorni della Zona di Harmont. Le sue incursioni non sempre sono autorizzate dai servizi di sicurezza. Circola anche la leggenda che in ogni Zona sia celata una splendente Sfera d'Oro, capace di conferire poteri sovrumani al suo scopritore.

L'ispirazione per il concetto della Zona e della Visitazione, come raccontato da Arkadi Strugatski in un'intervista, è nata da un'osservazione: immaginando come una colonia di formiche potrebbe interpretare i rifiuti lasciati da alcuni campeggiatori - lattine, avanzi di cibo eccetera - gli autori hanno esteso questa idea agli alieni, suggerendo che le meraviglie della Zona potrebbero essere semplicemente i rifiuti trascurati di una scampagnata cosmica, lasciati da visitatori indifferenti alla vita terrestre, proprio come gli insetti non comprendono il significato di una lattina abbandonata.

Il concetto della scampagnata cosmica

Il tema della scampagnata cosmica di Picnic sul ciglio della strada sviluppa una profonda riflessione sulla presunta centralità dell'uomo nell'universo, mettendola radicalmente in discussione attraverso l'esperienza della Visitazione.

Questo evento, arrivo e ripartenza nottetempo di misteriosi alieni, ha conseguenze dirette sulla percezione umana della propria importanza, a partire dall'implicazione che gli alieni non si sono nemmeno accorti di noi. Non hanno prestato la minima attenzione all'umanità, che declassa l'umanità da potenziale partner cosmico ad attore insignificante.

Mettendo in scena alieni completamente indifferenti alla vita terrestre, il romanzo demolisce l'idea che l'uomo sia per qualche motivo al centro dell'attenzione dell'universo, costringendolo a confrontarsi con la propria insignificanza a livello cosmico. Nonostante la repulsione e la delusione che questa idea genera in alcuni personaggi, l'idea che gli autori fanno emergere è che l'atto più eroico dell'uomo è semplicemente quello di sopravvivere e continuare a sopravvivere, indipendentemente dal riconoscimento o dall'attenzione di civiltà superiori.

Ecco quello che mi è piaciuto…

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La visione del posto dell'umanità nell'universo. La Visitazione, definita la scoperta più importante della storia, non rivela tanto la presenza aliena, quanto la nostra insignificanza. Solleva così interrogativi profondi sull'indifferenza dell'universo e sul senso della nostra esistenza, offrendo una riflessione di grande valore.

... di meno 🫣

La struttura del romanzo, suddivisa in sole quattro sezioni principali, che presenta capitoli estremamente lunghi e privi di pause narrative. L'assenza di suddivisioni interne rende la lettura densa e impegnativa, richiedendo una concentrazione e una persistenza non sempre a mia disposizione.

Citazioni da Picnic sul ciglio della strada (Stalker)

Posizione 116-117

Austin non è un cattivo ragazzo. Possiede l’esatta misura di coraggio e codardia

Posizione 258-259

Preghi? — gli chiesi. — Prega, prega. Più ci addentriamo nella Zona e più ci avviciniamo al paradiso.

Posizione 372-373

Sono tutti così gli scienziati, la cosa più importante per loro è trovare un nome per le cose.

Posizione 1541-1542

Che creatura ridicola è l’uomo! Si direbbe che apprezziamo le lodi per se stesse. Come i bambini apprezzano il gelato. Che sciocchezza! Come posso sembrare migliore ai miei stessi occhi?

Posizione 1811-1812

da molto tempo ho perso l’abitudine di parlare in senso generale dell’umanità. L’umanità come tutt’uno è un sistema troppo fisso, non ci sono cambiamenti al suo interno.

Posizione 1833-1837

Che ci crediate o no, non lo sappiamo. Generalmente si utilizza una definizione più comune: la ragione è quella parte dell’attività dell’uomo che lo distingue dagli animali. Capite? È un tentativo dell’uomo di distinguere il proprietario dal cane; il cane capisce tutto, ma non può parlare. In realtà questa definizione ne fa sorgere un’altra più ingegnosa, basata sull’amara osservazione delle attività umane. Per esempio, la ragione è anche la capacità dell’uomo di compiere atti irrazionali o innaturali.

Posizione 1848-1849

L’ipotesi di Dio, per esempio, offre un’opportunità incomparabile per capire tutto senza sapere assolutamente niente.

Posizione 1874-1875

Maledetti voi scienziati! Dove lo prendete tutto questo disprezzo per l’uomo?

Posizione 1949-1950

Sono risposte cadute dal cielo a domande che non siamo ancora in grado di porre.

Posizione 2009-2011

Anche gli scienziati sono spaventati. Ed è così che dovrebbe essere. Dovrebbero essere spaventati più di tutti noi persone normali. Noi non capiamo niente. Loro capiscono quanto sono ignoranti. Guardano nel pozzo senza fondo e sanno che inevitabilmente devono scendere sempre di più.

Posizione 2041-2043

Noonan ne sentì immediatamente la puzza. Sapeva che era solo la sua immaginazione, che l’odore restava solo durante i primi giorni e poi scompariva completamente, ma Richard Noonan sentiva quell’odore con la propria memoria…

Posizione 2231-2231

Ti serve il denaro per non pensare al denaro.

Posizione 2664-2666

Non voglio lavorare per voi; il vostro lavoro mi fa vomitare, lo capite? È così che la vedo io, se un uomo lavora per voi, lavorerà sempre per qualcuno di voi. È uno schiavo e nient’altro. E io ho sempre voluto essere me stesso, da solo, per potere sputare addosso a tutti voi, alla vostra noia, alla vostra disperazione.

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Se desideri un'esperienza di lettura unica e perturbante, in cui un misterioso evento extraterrestre sconvolge la vita su un pianeta, disseminando zone proibite piene di pericoli e meraviglie incomprensibili, Picnic sul ciglio della strada è il libro che cercavi: acquistalo ora cliccando il pulsante!

Copertina di Picnic sul ciglio della strada

Le fortezze dell’alba, di Daniela Piegai

Le fortezze dell’alba, di Daniela Piegai

Le fortezze dell'alba

Le fortezze dell'alba è un'opera di fantascienza di Daniela Piegai, che vede la luce dopo essere rimasta inedita per oltre quarant'anni.

Al centro della narrazione ci sono cinque giovani protagonisti – Evelina, Napoleone, Gigio, Mino e Gengis Khan – che condividono un'illuminazione: l'idea di creare un miracolo sociale. Il loro intento è quello di ridare speranza e portare felicità alle persone, agendo con una generosa e quasi incosciente non-violenza. I giovani protagonisti sono definiti sovversivi perché mirano a sovvertire l'ordine delle cose e coltivano il sogno di un mondo migliore.

Tuttavia, il miracolo di natura aliena che essi evocano, provoca ben presto il sovvertimento di ogni ordine costituito, e la reazione non si fa attendere. Il romanzo esplora come la felicità a portata di mano sia spesso considerata immorale e come non c'è davvero niente di più eversivo di un sogno.

Anni dopo l'azione iniziale, il racconto segue due dei protagonisti, Mino e Gengis Khan, che si ritrovano su un lontano pianeta chiamato Karel, un mondo desolato caratterizzato da vento, pioggia, cenere e lava. Qui, si ritrovano a combattere contro gli stessi esseri alieni, i Mix, che avevano involontariamente evocato, affrontando le conseguenze del loro miracolo. Il romanzo intreccia costantemente l'impegno sociale all'invenzione di un mondo alieno di grande suggestione.

Le fortezze dell'alba si presenta come una lente sul presente e sui suoi vizi di forma, usando sapientemente la fantascienza come uno spazio di libertà e un mezzo per affrontare problemi civili e temi attuali.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

L'impegno sociale e la critica al disimpegno: cinque giovani che provano a creare un miracolo sociale, ridando speranza attraverso la non-violenza. Il romanzo diventa una lente sul presente, denunciandone i vizi. L'autrice usa la fantascienza non per evadere, ma per affrontare problemi reali, in netto contrasto con la deriva disimpegnata dell'Italia degli anni ’80.

... di meno 🫣

La netta cesura narrativa tra la parte terrestre e quella su Karel: nonostante nell'introduzione la scrittura venga descritta come efficace e toccante, la scelta di non spiegare certi passaggi ha creato una sensazione di discontinuità, confusione, spezzando la fluidità della lettura e constringendomi a rileggere alcune parti.

Citazioni da Le fortezze dell'alba

Pagina 21 | posizione 291-293
Fu molto più tardi che cominciammo a spaccarci, e curiosamente, mentre per alcuni di noi il disgregarsi del gruppo rappresentò il raggiungimento e il rafforzamento di un’identità precisa, per altri, forse i più fragili, coincise col frantumarsi della personalità e con lo sbando completo
Pagina 28 | posizione 397-398
Le costole sotto il pelo irsuto erano sporgenti come una gabbia inadatta a sostenere la sua fame.
Pagina 45 | posizione 631-635
l’avevamo vista, al mare, la bella madre di Evelina, intenta a pitturarsi la faccia, ad abbronzarsi, a pettinarsi, a mascherarsi, travestita da fanciulla in fiore, con l’ansia negli occhi, le mani nervose, senza un attimo di pausa nelle parole che infilava una dietro l’altra, circondata da gente altrettanto nevrotica e infelice, che sembrava giocare alla vita proprio come noi, ma tutto sommato senza crederci troppo e, se è vero che con l’età si dovrebbe maturare, con molte meno scuse.
Pagina 133 | posizione 1909-1911
Mi tormenta il dubbio se quello che chiamiamo amore, in effetti, sia tutto così: da una parte qualcuno che dice qualcosa, e dall’altra un essere completamente alieno che dice parole straniere. E ognuno capisce in sostanza solo il proprio discorso.
Pagina 135 | posizione 1928-1931
Abbiamo per lungo tempo immaginato un modello di società senza gente che campa sulle spalle degli altri, senza prepotenti, senza prevaricatori, ma a me personalmente non era mai venuto in mente che potesse semplicemente trattarsi di civiltà. Una civiltà disarmata, nonostante tutto, e forse per questo soggetta a finire sotto gli stivali dell’eterno barbaro che dorme in ognuno di noi…

Acquista Le fortezze dell'alba

Le fortezze dell'alba di Daniela Piegai è un romanzo finalmente edito dopo oltre quarant'anni, le sue atmosfere intense e struggenti lo rendono un'opera molto interessante, che esplora la forza eversiva del sogno e l'impegno civile. Un'occasione per chi cerca una lettura profonda e coinvolgente!

Le fortezze dell'alba
Tecnologie del futuro… ma la fantascienza è rimasta indietro

Tecnologie del futuro… ma la fantascienza è rimasta indietro

Tecnologie del futuro è una raccolta di racconti fantascientifici che ambisce a unire immaginazione e scienza, esplorando le frontiere della tecnologia attraverso tredici racconti ispirati ad altrettante ricerche dell’Istituto Italiano di Tecnologia.

Curata da Marco Passarello, la raccolta affida ad autori di fantascienza italiani temi come robotica, elettronica innovativa e conservazione dei beni culturali, trasformando spunti scientifici in narrazioni speculative. Tra scenari futuri e riflessioni sull’impatto della tecnologia, Tecnologie del futuro vorrebbe invitare a interrogarsi su come la scienza plasmerà il domani, tra speranze e dilemmi inattesi.

Citazioni da Tecnologie del futuro

Tecnologie del futuro: perché non mi è piaciuto

Nonostante l’idea di fondo fosse interessante – far incontrare scienza e fantascienza – il risultato è stato molto deludente. Dei tredici racconti, solo due mi hanno lasciato qualcosa; gli altri li ho trovati piatti, privi di quella scintilla narrativa che rende la SF affascinante (non parlerò della copertina).

Il problema? Quando la scienza detta l’agenda alla fantascienza, il rischio è di ridurla a divulgazione romanzata. Per esempio, a che cosa servirebbe un racconto su pannelli solari superefficienti se non evoca meraviglia, conflitto o interrogativi profondi? La grande SF nasce da idee che anticipano la scienza, non che la rincorrono. Qui, invece, troppa tecnica e poca immaginazione.

Tecnologie del futuro: perché comprarlo

La fantascienza italiana merita più spazio, perché offre prospettive uniche, legate alla nostra cultura e alle nostre sfide tecnologiche e sociali. Iniziative come le raccolte Urania valorizzano autori nazionali, dimostrando che la SF non è solo anglosassone, ma può parlare con voci locali di futuro.

Supportare antologie e progetti simili stimola l’innovazione narrativa, avvicina nuovi lettori e crea un dialogo tra scienza e società. In un’epoca di rapidi cambiamenti tecnologici, la fantascienza italiana può essere un laboratorio di idee, aiutandoci a immaginare – e forse costruire – un domani migliore.

Copertina di Tecnologie del futuro
Il gioco degli immortali, di Massimo Mongai (commento e citazioni)

Il gioco degli immortali, di Massimo Mongai (commento e citazioni)

Il gioco degli immortali

Il gioco degli immortali di Massimo Mongai è un'opera che si colloca nel genere della fantascienza d'avventura.

La storia prende avvio in maniera enigmatica, quando il protagonista, dopo quella che sembra essere la sua morte sulla Terra per un incidente stradale, si risveglia in una strana e asettica stanza bianca, completamente vuota. Qui fa la conoscenza di una voce misteriosa, che lui chiamerà Genio per via della sua straordinaria capacità di materializzare qualsiasi oggetto egli desideri, purché la richiesta sia formulata con una precisione maniacale.

Presto, il protagonista scopre che questa non è la fine, ma l'inizio di una nuova e complessa esistenza. Viene infatti immesso in un pianeta alieno che, seppur diverso dalla Terra, presenta ecosistemi e forme di vita sorprendentemente familiari, affiancate da specie estinte o del tutto nuove, e da diverse civiltà umane.

La rivelazione più sconvolgente è la sua capacità di rinascere nella stessa asettica stanza ogni volta che muore sul pianeta. Questo lo porta a realizzare di essere una pedina in un elaborato e oscuro gioco, di cui deve ancora comprendere le vere regole e l'identità dei misteriosi giocatori che lo orchestrano.

Il romanzo narra il suo lungo e avvincente percorso in questo nuovo mondo, tra le sfide per la sopravvivenza, i tentativi di decifrare i meccanismi del gioco e le profonde trasformazioni che queste esperienze innescano in lui.

Il gioco degli immortali per la libertà umana

Il Gioco degli Immortali affronta il tema della manipolazione totale dell'esistenza umana. Quando qualcuno controlla ogni aspetto della tua vita - dove vivi, quando muori, persino se e come rinasci - che margini rimangono per essere davvero te stesso?

Il protagonista si trova in una situazione estrema: è letteralmente una pedina in mano ad altri. Ma invece di arrendersi, trasforma la sua rabbia in determinazione. La sua ribellione non è emotiva o istintiva, è metodica e intelligente. Studia il sistema che lo opprime, ne capisce i meccanismi, trova le crepe da sfruttare.

L'elemento più significativo risiede nella trasformazione del rapporto con il potere: da oggetto passivo di controllo, il protagonista evolve verso una comprensione sistemica delle dinamiche che lo governano. La conoscenza diventa strumento di emancipazione, non tanto per ottenere la libertà - forse impossibile - quanto per affermare la propria dignità di soggetto pensante anche all'interno dei vincoli imposti.

Il suoi tentativi di costituire una civiltà culturalmente più avanzata e di formare una rete di alleanze rivelano come la resistenza non possa essere meramente individuale, ma necessiti di una dimensione collettiva. La condivisione della consapevolezza diventa atto politico, trasformando la ribellione personale in movimento di liberazione.

Nel gioco degli immortali la vera vittoria non consista nell'abbattimento definitivo del sistema oppressivo, ma nell'acquisizione irreversibile della coscienza critica. Anche se la battaglia può non concludersi con una vittoria convenzionale, la consapevolezza conquistata rappresenta un patrimonio inalienabile che si perpetua oltre l'esistenza individuale.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

La ricchezza e la varietà del world-building: il pianeta su cui il protagonista viene immesso è descritto con una dettagliata e sorprendente diversità di ambienti, ecosistemi e civiltà. Dalle radure con animali estinti della Terra, alle savane con creature aliene, fino alla complessa Foresta Doppia e le città con tecnologie e culture distinte. Questa continua scoperta di nuovi mondi all'interno del pianeta ha reso l'avventura sempre fresca e la voglia di continuare forte!

... di meno 🫣

Il finale poco appagante: dopo un'odissea di lotte e la creazione di una civiltà avanzata per sfidare i Giocatori, il protagonista si ritrova nel momento esatto della sua prima morte sulla Terra, senza aver chiarito quasi nulla né sull'identità dei Giocatori, né sulle loro motivazioni, né sul Genio. Sebbene uno dei Giocatori si riveli come uno scoiattolo, offrendo una spiegazione della loro natura e del gioco come passatempo, le loro vere finalità restano ambigue.

Citazioni da Il Gioco degli Immortali

Posizione 732-734
Era un tipino così, Spiga di Grano. Aveva venti anni, era una ballerina, una prostituta part-time, una donna bionda bellissima, una amante dolce come il miele; ed una maniaca omicida sadica e torturatrice. Con la fissa di castrare la gente.
Posizione 1056-1058
Lui, però, era uomo di mondo, che aveva molto viaggiato e che conosceva troppe lingue e troppe genti per non sapere che chi era dio in un luogo era spesso demone in un altro.
Posizione 1180-1183
A volte il modo in cui si organizza il proprio pensiero o il proprio lavoro è più importante del lavoro stesso, non fosse altro perché fa risparmiare tempo; ma anche perché, se ci si pone nelle giuste condizioni di pensiero, possono “galleggiare” spontaneamente alla coscienza delle soluzioni nuove e creative per vecchi problemi; e le soluzioni nuove a volte permettono di risparmiare tempo ed energia.
Posizione 1221-1221
un problema che non ha una soluzione non è un problema,
Posizione 1280-1282
Se il mio obiettivo fino a quel punto era stato morire definitivamente, forse potevo averne anche un’altro: uccidere i Giocatori! Certo, era a dir poco un obiettivo ambizioso. Ma meglio aver obiettivi alti che bassi nella vita, lo avevo sempre pensato.
Posizione 1323-1325
Ci ho provato, intendiamoci: ad esempio a quest’ultima domanda ho risposto cose come “dieci”, “alfa-minus”, “gamma omega”, “quarantadue” e cento altre risposte, ma senza costrutto.
Posizione 1434-1436
Forse era possibile seminare in giro per il pianeta dei nuclei di civilizzazione, propriamente scientifica ed industriale, che finissero con lo sviluppare autonomamente una civiltà scientificamente superiore a tutto ciò che potevo ricordare o pensare di ciò che aveva prodotto la terra, romanzi di fantascienza compresi.
Posizione 1465-1467
veramente l’impressione di una finestra circolare completa a trecentosessanta gradi, basati sullo stesso principio delle finestre del mio appartamento. Ero nell’hardcore dell’over, nel nocciolo duro: se una bomba
Posizione 1479-1480
reattori a fusione che alimentavano il tutto, funzionavano ad acqua ed a calore: la prima era ovunque sul pianeta, il secondo era fornito dalla fissione di bordo dell’idrogeno, ricavato
Posizione 1503-1503
Credo che ci sia un neonato, in ognuno di noi, che non ha mai accettato di essere stato costretto a nascere.
Posizione 1575-1576
Non sapevo cosa volevo, forse non volevo nulla, perché l’atto del volere significa cambiare qualcosa ed io non volevo nessun cambiamento.
Posizione 1713-1716
ero stato accolto ufficialmente nella tribù, anche perché amavano le mie canzoni, che suonavo con una chitarra terrestre, che loro non avevano mai visto; sulla Terra non la sapevo suonare, ma nei tre anni da che ero sull’Utero avevo avuto modo di imparare; il repertorio poi non poteva fallire: avevo gli spartiti di oltre quattrocento canzoni, soprattutto dei Beatles, dei Beach Boys e dei Bee-Gees, che cantavo ritradotte ed adattate alla realtà dei Warraff.
Posizione 2579-2581
fra noi avevamo Azpelà, che veniva da un collegio religioso Warraff ed era abituato non solo alle discussioni teologiche, ma anche a ribaltare i punti di vista e le dimostrazioni, come ogni bravo prete.
Posizione 2792-2794
cominciava a colonizzare altre piattaforme continentali con i metodi classici del colonialismo europeo dell’ottocento: sparando alla gente coi cannoni e vendendo i suoi prodotti ai superstiti;
Posizione 2984-2985
Inoltre noi non vogliamo né ucciderli né sopraffarli, vogliamo solo essere padroni del nostro destino. E questo ci da una superiorità morale che non può non aiutarci a vincere nel lungo periodo. Sono potenti, ma crudeli, quindi a mio parere più deboli di chi crudele non è.
Posizione 3223-3223
la prima morte non si scorda mai

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Il gioco degli immortali
De Bello Alieno (citazioni e intervista a Davide del Popolo Riolo)

De Bello Alieno (citazioni e intervista a Davide del Popolo Riolo)

De Bello Alieno di Davide Del Popolo Riolo, romanzo epistolare vincitore del Premio Odissea 2014 e successivamente del Premio Vegetti, si rivela un'originale e affascinante storia steampunk in epoca romana.

Ambientato nel 44 a.C. in una Roma radicalmente trasformata, il libro delinea un universo in cui il genio di Caio Giulio Cesare non si è dedicato alla guerra o alla politica, ma alla scienza e alla tecnologia, trasformandolo in un brillante scienziato e imprenditore dopo essere stato costretto ad abbandonare la carriera militare e politica.

È grazie a lui che le strade romane sono solcate da bighe a motore, treni a vapore collegano le province, le legioni sono armate di fucili e cannoni e l'industria fiorisce con l'estrazione del carbone e l'uso di veicoli meccanici.

Copertina di De Bello Alieno

Tuttavia, oltre la notte buia e senza confini dello spazio, una razza antica e morente osserva il pianeta Terra con ostilità, e dal loro mondo scrutano l'umanità crescere e sviluppare tecnologie che richiamano le loro antiche conquiste. La loro paura che l'umanità diventi troppo pericolosa li porta a una decisione drastica: occorre distruggere Roma.

Il romanzo immerge il lettore in un avvincente conflitto che vede personaggi storici noti come Cicerone, Catone, Pompeo e Servilia affrontare un destino radicalmente diverso.

Vengono esplorati temi profondi come lo scontro tra l'innovazione tecnologica e le radicate tradizioni romane, incarnata nell'opposizione di Catone alle res novae (cose nuove) di Cesare; le conseguenze inattese del progresso, che porta con sé tanto il benessere quanto l'inquinamento e la sfida alle consuetudini sociali; la resistenza umana di fronte a una minaccia senza precedenti, con Cesare che incarna la capacità di adattamento e di creare nuove soluzioni; e il conflitto tra la ragione scientifica e la superstizione religiosa in un momento di crisi.

Il Cuore Steampunk della Roma di De Bello Alieno

L'originale intreccio di De Bello Alieno ruota attorno al drammatico scontro tra innovazione tecnologica e tradizione romana, un conflitto che si intensifica di fronte a una minaccia extraterrestre. Giulio Cesare emerge come figura rivoluzionaria: scienziato visionario e Machinarum Magister, trasforma Roma attraverso un'audace rivoluzione industriale che introduce bighe a motore, ferrovie a vapore e armamenti moderni per le legioni.

Questa trasformazione radicale incontra però la ferma opposizione dei tradizionalisti, guidati da Marco Porcio Catone, che denunciano le res novae cesariane come corruzione morale ed empietà divina, responsabili persino del fumo delle ciminiere che annerisce il cielo azzurro di Roma.

L'arrivo degli alieni, dotati di tecnologia superiore e intenti a distruggere tutto ciò che trovano al loro passaggio, stravolge completamente gli equilibri. La minaccia esistenziale trasforma l'iniziale disprezzo per le innovazioni di Cesare in disperata necessità: le sue ferrovie diventano arterie vitali per il movimento delle truppe, le fabbriche producono armi salvavita, mentre invenzioni straordinarie come l'aeronave Venus Genitrixem> e i carri armati rappresentano l'ultima speranza di sopravvivenza.

Il cuore tematico del romanzo indaga la capacità umana di adattamento di fronte all'annientamento, esplorando il prezzo del progresso attraverso una narrazione che non nasconde le sue ombre: l'elettricità uccide i tecnici, i fucili vengono testati sugli schiavi, e ogni innovazione porta con sé un tributo di sangue.

Cesare, mosso dalla necessità, giustifica il superamento di ogni limite legale e tradizionale. Questa visione pragmatica lo conduce ad azioni sempre più estreme: dalla manipolazione del Senato per l'elezione di Pompeo a dittatore fino alla disponibilità a scatenare una guerra civile pur di salvare Roma.

Il romanzo presenta così una riflessione profonda sulla tensione irrisolvibile tra la nostalgia per un passato idealizzato e l'imperativo brutale della sopravvivenza.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

La rappresentazione di Cesare come un genio innovatore, il Machinarum Magister, che con la sua insaziabile curiosità e determinazione sviluppa invenzioni rivoluzionarie per salvare Roma dalla minaccia aliena.
La sua natura complessa lo spinge a infrangere leggi e tradizioni, mettendo in discussione la moralità del progresso a ogni costo, un dilemma affascinante.

... di meno 🫣

La scelta di narrare molti eventi attraverso lettere e diari personali che, pur offrendo una narrazione corale, rallenta il ritmo generale. I convenevoli, le giustificazioni, le riflessioni dei personaggi rendono la narrazione lenta e prolissa.

Citazioni da De Bello Alieno

Pagina 25 | posizione 321-321
– Ho bisogno di aiuto, Apollodoro – mi disse, con il tono di chi pensa che aiutarlo sia il più grande onore che si possa avere nella vita.
Pagina 31 | posizione 416-418
È strano, e anche un po’ triste, vedere una donna che ai suoi tempi aveva ai propri piedi molti dei più importanti uomini di Roma, e ora teme di perdere quello che ha sposato.
Pagina 51 | posizione 722-723
È troppo per te che ricevi, ma è poco per me che dono.
Pagina 55 | posizione 789-790
si sa che non c’è nulla che faccia infuriare un patrizio romano più del mancato rispetto delle consuetudini
Pagina 67 | posizione 953-954
la locomotiva si muoveva non per una forza magica, ma in quanto lui aveva saputo imbrigliare la natura.
Pagina 75 | posizione 1085-1086
Prima o poi, figlio mio, dovrai renderti conto che Roma non è la Repubblica di Platone, ma la cloaca di Romolo. La corruzione è uno strumento che i nobili romani hanno sempre usato, che fa parte della nostra adorata tradizione patrizia.
Pagina 82 | posizione 1200-1201
Sembra che d’un tratto si svesta dei panni della civiltà, per divenire un essere di pura determinazione.
Pagina 97 | posizione 1423-1424
Giuniano, non c’è bisogno di perdono poiché non c’è nulla da perdonare. Tu hai fatto ciò che ritenevi giusto, e che cosa un padre può chiedere di più da un figlio?
Pagina 100 | posizione 1465-1470
Quello che c’è di curioso è che, per qualche strano motivo, quasi tutti credono che i monstra siano stati inviati dal dio Marte, che sarebbe irato con Roma. Chi, con Catone, sostiene che Marte è offeso per le res novae di Cesare, chi per la diffusione dei culti orientali a Roma, chi per esser stato scalzato da Giove Ottimo Massimo quale divinità protettrice di Roma. Ognuno insomma ha il suo motivo per cui Marte dovrebbe avercela con noi, quello su cui tutti sono d’accordo è che Roma ha perso il suo favore, e che i tripodi ne sono la conseguenza. Per questo, ormai, tutti chiamano marziani quelle strane creature.
Pagina 106 | posizione 1551-1552
Cesare, anch’io non credo che i tripodi siano marziani, o comunque inviati dagli dèi. Ma allora, come mai arrivano dal cielo?
Pagina 158 | posizione 2354-2356
Non c’è nulla di peggio dell’incompetenza dei comandanti, in guerra. In guerra i soldati muoiono, è naturale. Ma per colpa dei generali incompetenti gli uomini muoiono inutilmente, e questo è un crimine.
Pagina 164 | posizione 2442-2443
Più libri, Crasso, vuol dire più idee. E più idee significa più ricchezza per Roma.
Pagina 245 | posizione 3650-3651
Meglio morire una volta sola che vivere costantemente nel timore di morire.
Pagina 267 | posizione 3978-3980
L’aruspicina, come le altre tradizioni religiose romane di origine etrusca, non mi ha mai interessato. Io sono un greco razionalista, posso accettare gli dèi olimpici e i culti misterici ellenici perché fanno parte del mio retaggio, ma le superstizioni italiche superano la mia capacità di comprensione.

Intervista a Davide Del Popolo Riolo

Eccoci con Davide Del Popolo Riolo, autore di De Bello Alieno, un'opera che ha conquistato i lettori grazie alla sua straordinaria fusione tra l'estetica steampunk e l'ambientazione dell'antica Roma. Ripercorriamo insieme a lui la nascita di questo romanzo e scopriamo alcuni segreti e curiosità dietro la sua creazione.

Davide Del Popolo Riolo
Dati anagraficiNato ad Asti il 12/01/1968, residente a Cuneo.
EsordioProprio De Bello Alieno, nel 2014!
Autore di riferimentoNon credo di averne uno (o forse ne ho troppi), oggi.
Romanzo svoltaCome persona Il Maestro e Margherita, di cui mi sono innamorato da ragazzino e che continuo ad amare. Da appassionato di fantascienza Hyperion perché quando l'ho letto mi stavo disamorando del genere e me ne ha fatto innamorare di nuovo.
Letture preferiteSia classici che contemporanei, anche se nell'ultimo periodo leggo più contemporanei.
Strumenti di scritturaLe mie capacità di scrivere a penna si stanno riducendo sempre più per cui, purtroppo, il PC.
Ti identifichi inVorrei essere Sherlock Holmes!
Miglior antagonistaPorfirij Petrovic di Delitto e castigo.
Se fossi un fantasy/sfBarrayar di Lois Bujold.
Se fossi un giallo/noirIl Codice Matarese di Robert Ludlum

Illuminazione

Puoi raccontarci qual è stato il momento di illuminazione, l’intuizione creativa o l’elemento scatenante che ti ha condotto a concepire l’idea di combinare e fondere insieme due opere così apparentemente distanti nel tempo e nello spirito come La guerra dei mondi di H.G. Wells, con la sua visione fantascientifica dell’invasione aliena nell’Inghilterra vittoriana, e il De Bello Gallico di Giulio Cesare, cronaca militare e politica della conquista romana della Gallia? Quale connessione, quale filo conduttore o parallelismo hai individuato tra questi due capolavori della letteratura che ti ha suggerito la possibilità di creare una sintesi narrativa originale? È stata forse la dimensione del conflitto, la strategia militare, il tema dell’invasione e della conquista, oppure qualche altro aspetto tematico o stilistico a ispirarti questa audace operazione di contaminazione letteraria?

Non è stata un’unica illuminazione, direi almeno due. De Bello Alieno è nato per concorrere al Premio Odissea. Ed è nato con l’idea di scrivere un romanzo di fantascienza ambientato in epoca romana, perché sono appassionato di storia romana e mi sembrava ce ne fossero poche di storie di questo tipo, per cui mi pareva un’idea originale. Che storia scrivere, però? Non lo sapevo, finché una notte il mio inconscio non mi ha salvato e ho sognato Cesare e Pompeo, alla guida di legioni armate di fucili e cannoni, che combattevano contro gli alieni. Prima illuminazione. Quali alieni, tuttavia? A questo punto ho pensato che la società romana che avrei descritto somigliava molto a quella inglese del Sette/Ottocento. Seconda illuminazione: perché non far sì che i miei alieni richiamassero i primi e più famosi alieni invasori dell’Inghilterra dell’epoca, i tripodi marziani di Wells? A quel punto il romanzo c’era già tutto, rimaneva solo scriverlo.

Necessità

Il Machinarum Magister è un genio innovatore la cui radicalità e pragmatismo nascono dalla dedizione totale alla scienza seguita all’esilio forzato. L’hai caratterizzato come un uomo dal controllo straordinario, freddo come ghiaccio di fronte alle crisi, convinto della propria superiorità intellettuale.
La sua filosofia si fonda sul principio della Necessità, che giustifica mezzi estremi per la salvezza di Roma e l’avanzamento tecnologico. Questa visione lo conduce a decisioni moralmente complesse: il sacrificio di vite umane per testare le armi, persino la dolorosa perdita di figure a lui care. In che modo hai gestito la potenziale repulsione del lettore verso un protagonista così spietato? Il Machinarum Magister è pienamente consapevole delle implicazioni morali delle sue azioni, subendone il peso emotivo, oppure la sua ferrea adesione al principio della Necessità lo rende immune al rimorso e alla sofferenza per tali sacrifici?

Penso di aver descritto Cesare in modo molto simile a come lui stesso si descrive nel De Bello Gallico: il comandante che tutto sa e prevede, sempre freddo e determinato, impassibile, il prototipo del grand’uomo come lo intendevano gli antichi. Ai nostri occhi, che siamo giustamente sospettosi dei grandi uomini di questo tipo, dopo il Novecento, credo sia una figura po’ inquietante (ai miei lo è, almeno).
È dotato di una freddezza sovrumana che lo porta a prendere decisioni molto dure, senza crudeltà perché non gode della sofferenza altrui, ma con assoluta spietatezza. Io non mi sono immedesimato in Cesare e spero che anche i lettori non lo abbiano fatto. Non volevo infatti rappresentare un eroe buono in cui immedesimarsi ma una figura più ambigua, da osservare con un misto di ammirazione e orrore, un po’ come facevano i contemporanei.
Cicerone per esempio lo definiva un monstrum che in latino ha una duplice accezione, significa tanto eccezionale, al di fuori delle leggi di natura quanto orribile. Per ciò che riguarda la coscienza, è più un concetto moderno che gli antichi non conoscevano così come lo intendiamo noi. L’etica degli antichi, soprattutto dei patrizi romani, non era incentrata sull’interiorità ma sulla sfera pubblica, sul riconoscimento della dignità da parte dei propri pari; dava alla vita umana (la propria e quella altrui) molto meno importanza.
Dare a Cesare una coscienza da contemporaneo sarebbe stato secondo me anacronistico (e ce ne sono già troppi, di anacronismi!).

Scienza VS Superstizione

Il romanzo mette in scena un’epoca romana che, pur abbracciando l’innovazione tecnologica di Cesare, rimane profondamente ancorata a tradizioni e superstizioni. La minaccia aliena dei tripodi scatena reazioni che spaziano dal panico ai tentativi di placare gli dei con sacrifici rituali. Allo stesso tempo, Cesare e i suoi scienziati affrontano la minaccia con un approccio puramente razionale e scientifico, arrivando a scoprire e sfruttare l’elettricità come fulmine di Giove. Come hai gestito questa profonda dicotomia tra la razionalità scientifica di pochi e la persistente, quasi inevitabile, irrazionalità della massa di fronte a un evento così catastrofico e inspiegabile? Hai voluto mostrare come la crisi esterna, pur costringendo all’innovazione, non sradichi le profonde radici culturali e religiose, ma piuttosto le esasperi o le trasformi, rivelando magari una peculiarità intrinseca dell’animo umano?

I romani avevano una devozione ai nostri occhi incredibile per le tradizioni, per il mos maiorum. Per loro nuovo era un aggettivo che aveva un’accezione negativa, non positiva (penso per esempio a Catullo e ai suoi sodali, definiti appunto spregiativamente poeti nuovi). D’altra parte però i romani erano anche molto pragmatici ed erano pronti ad accettare innovazioni, se funzionavano, anche se magari le facevano passare come riscoperte di antiche tradizioni dimenticate.
Dopo tutto, gran parte di ciò che per noi è tipicamente romano è invece frutto di acquisizione da altre culture. In questo contesto il contrasto tra innovazione tecnologica e resistenza al nuovo (che è un classico della fantascienza) risulta quindi ancora più plastico, diventa una specie di caso da manuale che è interessante raccontare. E rappresentare la resistenza alle res novae cesariane di un campione del conservatorismo tutto d’un pezzo come Catone mi ha francamente divertito molto.

Storia e finzione

Nella nota dell’autore di De Bello Alieno hai menzionato che, ad eccezione di Caio Pullio, tutti i personaggi sono storici e hai cercato di farli agire in modo verosimile, inserendo persino frasi realmente pronunciate. Questo approccio unisce l’accuratezza storica con la libertà creativa della fantascienza. C’è un personaggio o un particolare aspetto della storia romana che hai trovato più sfidante o più gratificante da reinterpretare nel tuo contesto alternativo?

Il più sfidante è senza dubbio Cesare che, non a caso, non parla mai direttamente, non ci sono sue lettere o appunti, ma viene sempre descritto da altri. Questo perché non me la sentivo di cercare di imitare il suo famoso stile tutto fatti e azioni e neppure di descrivere i suoi processi mentali, temevo di non essere all’altezza di una simile sfida.

Controdomanda

Ora fai tu una domanda all’intervistatore!

La fantascienza è, o dovrebbe essere, il genere letterario più votato al futuro e all’innovazione. La fantascienza italiana però spesso guarda al passato, cercando di immaginarlo diversamente da come è andato (e io sotto questo aspetto mi dichiaro certamente colpevole). Come si spiega questa dicotomia? Deriva dal fatto che forse tra gli autori italiani prevale una cultura più storico-letteraria che scientifica? È perché noi di passato ne abbiamo molto, e ci pesa, o perché ne siamo troppo schiavi? Guardare al passato può essere un bene e un male: è bene ricordarsi da dove si viene ma non procedere sempre guardando dietro di sé. Lo so, non è una domanda unica…

Da autore di una distopia ambientata in un futuro tecnologicamente non evoluto, posso azzardare che la fantascienza italiana sembri preferire il tempo circolare: ucronie, loop e interferenze storiche ci permettono di riscrivere il passato per chiarire il presente.
Piuttosto che viaggiare nel futuro, come in De Bello Alieno, preferiamo forse tornare indietro e osservare il presente da nuove prospettive? Cambiare un dettaglio storico trasforma un racconto in critica sociale: fantascienza come atto politico.
In un Paese dove il dibattito è spesso polarizzato, l’immaginazione offre una voce alternativa, libera, sottile, raccontando non ciò che verrà, ma ciò che poteva essere – e in questo modo rivelando ciò che è e non va.

Contatti

Come ultima domanda ti chiedo di spiegarci come fare a seguirti per rimanere aggiornati sulle tue attività letterarie.

Temo di non essere molto social, ho solo un profilo facebook a mio nome che uso (anche) per tormentare i miei amici con aggiornamenti sulla mia produzione. Mi trovate lì, quindi.

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La copertina di De Bello Alieno

Davide, è stato davvero stimolante esplorare insieme le sfaccettature di De Bello Alieno, creando un dialogo affascinante tra il mondo classico e l'immaginario steampunk.

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Quando scenderà la notte (recensione + intervista a Angelo Frascella)

Quando scenderà la notte (recensione + intervista a Angelo Frascella)

Quando scenderà la notte di Angelo Frascella, pubblicato nel 2019 da Edizioni Della Vigna, si presenta come un romanzo distopico con tinte da thriller psicologico.

Il romanzo ti immerge nella vita di Beatrice, una lavoratrice dipendente intrappolata in una routine di lavoro estenuante all'interno di un imponente edificio. In questa azienda dove le scadenze sono spietate, i suoi ricordi sono una nebbia sfuggente e la realtà esterna è un mistero.

Fin dalle prime pagine, l'aria che si respira è quella di un ambiente surreale e soffocante. Beatrice si ritrova regolarmente a risvegliarsi in ufficio, mentre i suoi ricordi più cari, come quelli del marito e della figlia, le appaiono sempre più sfuggenti, al punto da non riuscire a ricordare quand’è stata l’ultima volta che li ha visti.

La copertina di Quando scenderà la notte

Il mistero si infittisce quando Beatrice scopre un dettaglio inquietante nell'ascensore: manca il tasto per il piano terra.

Mentre Beatrice cerca disperatamente di ritrovare frammenti della sua vita e comprendere la vera natura della del mondo che la circonda, si rende conto che la libertà ha un costo.

Il racconto esplora i temi della memoria, del controllo e della ricerca della verità in un'ambientazione distopica, invitandoti a scoprire i segreti di questo gigante di cemento e il destino di chi osa sfidarlo.

Temi e simboli di Quando scenderà la notte

Quando scenderà la notte non è solo un racconto avvincente, ma un'esplorazione di concetti universali che sconfinano dalla sua cornice distopica. Il romanzo invita il lettore a riflettere sul prezzo della sicurezza e sul significato della libertà, attraverso l'intreccio di diverse tematiche centrali.

Il tema della memoria è forse il più presente e disturbante del romanzo. I ricordi più cari della protagonista, Beatrice, sono immersi in una nebbia sfuggente. Non si tratta di un'amnesia casuale, ma il risultato di una manipolazione intenzionale: Diana Falci, la direttrice del Baluardo - così è chiamato il mastodontico edificio in cui ha inizio la storia - ammette di aver rimosso i ricordi della sua vita precedente dalla sua memoria.

Il Baluardo è l'incarnazione di un sistema di controllo totale. La routine estenuante, il cibo drogato per indurre un torpore mentale continuo, gli ispettori che sorvegliano ogni movimento, e l'assenza del tasto per andare al piano terra sono tutti simboli di una libertà negata.

La narrazione si nutre costantemente di un senso di mistero e di verità nascoste. Le percezioni distorte della realtà sono un pilastro della trama. Fin dall'inizio, il mondo esterno è descritto come un inferno, una realtà che viene deliberatamente celata agli abitanti del Baluardo. La rivelazione che la foto di famiglia di Beatrice in realtà la ritrae con suo padre è un momento chiave che svela l'entità della manipolazione.

Il Baluardo non è una semplice azienda, ma un Grattacielo Autosufficiente Biomeccanico Basato su Intelligenze Asservite (GABBIA), un'arca di Noè per salvare le menti più veloci e utilizzarle come calcolatori umani per risolvere problemi energetici e militari. Questa rivelazione ribalta la percezione dei personaggi e del lettore sulla vera natura della loro esistenza.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

Mi sono piaciuti molti aspetti di quest'opera, a partire dalla dettagliata e credibile costruzione del mondo in cui si svolge, allo sviluppo complesso dei personaggi, dalla presentazione di molteplici punti di vista, agli interludi narrativi che arricchiscono la comprensione degli eventi, ma più di tutto ho apprezzato l'atmosfera immersiva e soffocante: il romanzo ti catapulta in un ambiente claustrofobico e inquietante fin dalle prime pagine, creando un forte senso di disagio e oppressione.

... di meno 🫣

Nonostante un inizio incalzante, il ritmo della narrazione in alcune sezioni rallenta. Lunghi passaggi dedicati a descrizioni ripetitive o riflessioni interne dei personaggi appesantiscono il ritmo. In certi punti i dialoghi, specialmente quando rivelano informazioni complesse sul mondo o sulle teorie scientifiche, tendono ad essere un po' troppo espositivi.

Citazioni da Quando scenderà la notte

Pagina 95 | posizione 1342-1348

Rimasero in silenzio per qualche minuto. Poi lei chiese: «Tu, allora, lo hai visto un ospedale del Nord. Pensi che potrei salvarmi lì?» «Se sei molto fortunata. O se Dio tiene molto alla tua presenza in questo mondo.» «Non importa. Tanto non sopravvivrò al viaggio. Lo faccio solo per loro.» Imma indicò le sagome distese del padre e del fratello. «Hanno bisogno di un motivo per andare avanti, di uno scopo per vivere. Dimmi qualcosa di te, invece. Da dove vieni per davvero?» Ivan sentiva la necessità di essere onesto con Imma, forse perché lei era più vicina al mondo dei morti che a quello dei vivi e non si può mentire con un moribondo. Qualunque fosse il motivo, iniziò a raccontare.

Pagina 123 | posizione 1734-1736

Da quando il Governo si era messo a torturare i ragazzini? Tutt’al più, se ne stava al sicuro a Roma, nella torre gemella del Baluardo, fingendo preoccupazione per i problemi della nazione, ma senza neppure tentare di risolverli.

Pagina 128 | posizione 1817-1817

l’unico talento che aveva era quello di farsi obbedire da persone peggiori di lui.

Pagina 130 | posizione 1840-1841

il suo obiettivo era giusto: radere al suolo ciò che rimaneva delle vecchie istituzioni e costruire un governo forte che si occupasse di far ripartire l’Italia da capo.

Pagina 132 | posizione 1871-1872

«Sono giorni che penso alle parole giuste da dirle, ma quelle che mi vengono in mente non convincerebbero nemmeno me.»

Pagina 147 | posizione 2073-2074

Le esigenze dei molti contano più di quelle dei pochi. L’ha sentito in un vecchio film

Pagina 183 | posizione 2597-2600

Ettore individua subito gli invasori. Il capo cavalca una grossa moto, stile Harley Davidson, trainata da un paio di muli. Indossano maglie a maniche corte con dei teschi e jeans strappati. Sospira: «I figli di Hokuto. Non i peggiori che potessero capitarci, ma dobbiamo affrettarci.»

Intervista ad Angelo Frascella

In un'era non più lontana, dove la profezia di Olduvai si è tragicamente avverata e il collasso energetico ha gettato il mondo nell'oscurità più profonda, l'umanità ha eretto l'ultimo, disperato, baluardo della sua sopravvivenza.
Angelo Frascella, con Quando scenderà la notte, ci svela il cuore di questa visione distopica: il Baluardo, un gigantesco grattacielo che al contempo è rifugio e prigione.

L'autore di Quando scenderà la notte

Qui, le menti migliori non sono più libere, ma asservite e riprogrammate come calcolatori umani, e la loro memoria meticolosamente manipolata per celare una realtà esterna di barbarie e desolazione. È in questo scenario di compromessi morali estremi e di scienza piegata alla sopravvivenza che l'autore ci conduce, invitandoci a riflettere sul confine labile tra salvezza e schiavitù.

Confrontiamoci ora con l'uomo che ha immaginato un futuro così spietato e affascinante.

Dati anagraficiSono nato a Taranto nel 1972, e dal 2004 vivo a Bologna, dove lavoro come ricercatore.
EsordioIl racconto La vita in un segmento nel volume Fantaweb 2.0, curato da Matteo Ciccone ed edito da Edizioni della Vigna nel 2012.
Autore di riferimentoNon è facile ridurre la lista a pochi nomi. Tenendo basso il numero, ci metto dentro due costruttori di mondi, Asimov e Tolkien; due costruttori di labirinti mentali, Borges e Dick; e due creatori di personaggi indimenticabili, Pennac ed Evangelisti.
Romanzo svoltaProbabilmente la Trilogia della Fondazione, che ho letto da adolescente e mi ha fatto appassionare alla fantascienza.
Letture preferiteIn media leggo più letteratura contemporanea, anche se i classici hanno il vantaggio di essere stati già preselezionati dal tempo.
Strumenti di scritturaScrivo sempre al PC (ormai a penna scrivo solo la lista della spesa, che ovviamente poi capisco solo io).
Ti identifichi inDirei Bilbo Baggins. Come lui sono un abitudinario che pensava avrebbe sempre vissuto in Puglia. Invece sono stato chiamato a partire per un'avventura che mi ha condotto in Emilia Romagna.
Miglior antagonistaL'Innominato, dai Promessi Sposi (un'opera invisa a molti, ma che io ho sempre amato).
Se fossi un fantasy/sfIo, Robot (anche perché sono affascinato dal rapporto fra essere umano e intelligenza artificiale e molto incuriosito dalle attuali evoluzioni delle IA, anche se ne vedo i pericoli).
Se fossi un giallo/noirLa luce delle stelle di Licia Troisi, perché si svolge nell'ambiente della ricerca scientifica e mi sono ritrovato in determinato meccanismi dell'ambiente che vengono molto ben descritti in questo romanzo.

Esigenze

Angelo, benvenuto. Partiamo subito con una domanda sulla profonda ambiguità morale che intride ogni pagina di Quando scenderà la notte. Il romanzo non presenta personaggi o situazioni in bianco e nero. Ogni fazione e ogni protagonista, nel tentativo di sopravvivere o di ricostruire, si confronta con scelte morali complicate. Diana, sebbene appaia come una despota, agisce con la convinzione di salvare la vita e dare un futuro all’umanità, arrivando a sacrificare persino i suoi legami più stretti per il bene di tutti. Il Sindaco, pur instaurando un regime severo, garantisce stabilità e cibo ai suoi cittadini. Ettore e il suo gruppo cercano un’alternativa più umana, ma si muovono in un contesto di caos e violenza. Fino a che punto è giustificabile la coercizione per la sopravvivenza? O, con una bella doppia citazione: le esigenze dei molti contano più di quelle dei pochi? Bella domanda, molto più difficile di quella che sembra: è chiaro, da ciò che accade nel romanzo, che sono convinto che un regime basato sulla coercizione si fondi su basi instabili, oltre a provocare la sofferenza di chi è costretto a viverci, e dunque non sia accettabile. Nel mondo reale però certi confini sono molto più sfumati: il nostro mondo è basato fortemente sulla coercizione di lavoratori lontani, privati dei diritti, la cui sofferenza ci permette di vivere comodi e tranquilli, nonché sul furto di risorse ai nostri discendenti, che saranno costretti a fare i conti con un pianeta impoverito e devastato dai nostri sprechi. Eppure ci sentiamo giusti, perché si tratta di persone lontane nello spazio o nel tempo e non riusciamo davvero a renderci conto delle conseguenze delle nostre azioni. Forse stiamo agendo, al contrario della celebre citazione di Spock, secondo il principio che il bene di pochi conti più di quello dei molti, perché quei pochi siamo noi.

Distopia

Il romanzo ci proietta in una realtà post-apocalittica dove diverse strategie di sopravvivenza danno vita a forme complesse di controllo e limitazione della libertà. Considerando la Teoria di Olduvai di Richard Duncan come base scientifica di Quando scenderà la notte, quali aspetti specifici della distopia – in particolare la compromissione della memoria e della libertà personale in nome della sopravvivenza o di un presunto bene comune – ti hanno più affascinato o preoccupato durante la scrittura, e quali riflessioni desideri stimolare nel lettore riguardo al valore dell’identità e della libertà in un mondo così povero di certezze? In realtà lo spunto di partenza è venuto dal presente e dall’esperienza, di una persona a me cara, in un’azienda in cui affrontava la giornata lavorativa sentendosi privata della libertà e dell’identità, in modo non dissimile da quanto accade a Beatrice. La nostra società ama presentarsi come un giardino di libertà; in realtà è piena di catene invisibili che ci massificano e cercano di cancellare la nostra unicità a favore di un apparente benessere comune che chiamiamo crescita del PIL. La memoria, poi, per me è un tema particolarmente caro, essendo l’unico modo di fermare un tempo che ci sfugge di mano. Il rischio di perderla o di lasciare che narrazioni fake, provenienti da chi ha il potere o da chi lo vuole, la corrompano, è altissimo. A ciò ho aggiunto le mie preoccupazioni sul futuro prossimo. Oggi sembra che il riscaldamento globale sia l’unico emergenza, ma non dobbiamo scordarci la limitatezza delle risorse naturali, l’inquinamento, le disparità fra paesi ricchi e poveri ecc.

Taranto

Il ruolo di Taranto nel romanzo è significativo, in particolare per la sua storia industriale e le sue problematiche ambientali. Che valore ha avuto l’ambientazione di Quando scenderà la notte in questa città, e ha voluto veicolare un messaggio specifico sulla sua identità e il suo futuro? Il primo motivo per cui ho scelto di ambientare una parte significativa del romanzo a Taranto è che sono tarantino e, quindi, quelle problematiche le ho vissute dall’interno. Inoltre la condizione in cui è stata ridotta la mia città, costretta a cedere alla promessa pane in cambio di veleno e poi abbandonata al proprio destino, rappresenta bene le contraddizioni della nostra società. Taranto è una città bellissima e unica, ma da qualunque angolo la si guardi, accanto ai panorami più belli spuntano i mostri industriali che incombono sul suo destino come una spada di Damocle. Così Taranto più che una semplice ambientazione si presenta come un personaggio del romanzo.

Casting

Cambiamo argomento con una domanda più leggera: leggendo Quando scenderà la notte, ho provato a immaginarmi i volti dei personaggi, come credo capiti a molti lettori. Se dovessi scegliere cinque attori famosi per interpretarne cinque, chi sceglieresti? E soprattutto, perché proprio loro? Mi incuriosisce sapere che caratteristiche li rendono perfetti per quei ruoli!
Kristen Bell per Quando scendera la notte Diana potrebbe essere Kristen Bell (magari un po’ invecchiata dal trucco). Penso che lei riuscirebbe a trasmettere bene l’ambiguità di un personaggio che dovrebbe essere contemporaneamente amato e odiato (e, visto che Diana è descritta come bassa, la Bell è alta 1,55 m). E poi magari mi inviterebbero alle riprese e potrei conoscerla di persona!
Michele Riondino per Quando scendera la notte Per Ettore punterei su Michele Riondino, che oltre a essere tarantino, ama la città, è sensibile ai suoi problemi e ha girato l’intenso Palazzina LAF dedicato all’ILVA. Lui sicuramente affronterebbe il ruolo con passione e dedizione.
Marco Giallini per Quando scendera la notte Nel ruolo del Sindaco invece vedrei bene Marco Giallini, con il suo carisma e la sua bravura nell’apparire duro e diretto.
Pilar Fogliati per Quando scendera la notte Beatrice potrebbe essere Pilar Fogliati, che vedrei bene nel ruolo di una donna costretta a ricostruire una realtà di cui le è stata negata la consapevolezza e, poi, a decidere di agire invece di restare vittima degli eventi.
Tom Holland per Quando scendera la notte Come Ivan invece ci metterei Tom Holland, in un ruolo diverso dai suoi soliti dovendo rappresentare un personaggio giovane ma ombroso, ma in cui sono certo riuscirebbe molto bene.

Controdomanda

Ora fai tu una domanda all’intervistatore! Vale la pena scrivere fantascienza in Italia, sapendo di condannarsi a far parte di una nicchia nella nicchia? Parliamo pur sempre di un genere che, soprattutto nel nostro Paese, è ancora visto come roba da nerd di mezza età e, dunque, si parte già sconfitti. Oppure vale la pena farlo proprio per questo? Usando una metafora calcistica: si può anche perdere, l’importante è giocare bene. Poi, quando la gente si accorgerà che tutti i film e i programmi che più ha amato sono fantascienza, ne riparleremo!

Contatti

Come ultima domanda ti chiedo di spiegarci come fare a seguirti per rimanere aggiornati sulle tue attività letterarie. Ho un blog che ormai tengo poco aggiornato, ma su cui cerco almeno di inserire le novità principali, in particolare la pagina con l’elenco delle mie pubblicazioni. Inoltre c’è la pagina sul bel sito che ci ha regalato la nostra comune conoscenza Katja Mirri, nel suo sito del Marzo Marziano. Infine sto cercando di alimentare il profilo Instagram FRA-NTASCIENZA, dove parlo di fantascienza in generale, e di tanto in tanto anche dei miei progetti. Se amate la fantascienza, ci si vede là!

Acquista Quando scenderà la notte

La copertina di Quando scenderà la notte

Angelo, è stato un piacere averti ospite, e addentrarci con te nelle complesse sfumature di Quando scenderà la notte. Abbiamo toccato temi legati a doppio nodo con le preoccupazioni del nostro tempo: la fragilità della civiltà, le scelte morali estreme e la costante lotta per le risorse.

Per chi desidera immergersi in questo universo distopico che sfida a interrogarsi sui limiti della coercizione e sul valore della libertà, è possibile acquistare Quando scenderà la notte cliccando il pulsante.

Un'esperienza letteraria che merita di essere scoperta e vissuta appieno!

L’uscita del labirinto della scrittura non pianificata? In fondo a sinistra!

L’uscita del labirinto della scrittura non pianificata? In fondo a sinistra!

Sì, non ho ancora finito il racconto cui stavo lavorando la volta scorsa, e allora?
A proposito, salvo inaspettate e copiose sfoltiture, si tratta del mio racconto più lungo in assoluto!

Che cosa sto cercando di dire? Ma non è ovvio? Ho trovato il finale, e non poteva essere finale migliore! Ne sono decisamente soddisfatto. Proprio mentre mi dolevo in un profondo ma chi me l'ha fatto fare ecco l'idea che non solo chiude la storia in modo appropriato, definitivo e chiarificatore, ma che giustifica anche scelte forse (senza forse) sconsiderate che avevo fatto per portare avanti la storia, anche se non sapevo bene in quale direzione (ora l'ho scoperto).

Non mi resta che la parte facile, ovvero imbracciare la matita e mettermi a tracciare solchi grigi sul foglio. Solo che...

Già: non trovo lo stimolo per farlo. Rimando, cincischio, perdo tempo e butto le occasioni per mettermi all'opera. Ma perché? Non vedo l'ora di incidere nella roccia la parola fine dopo quasi quattro mesi... forse è l'idea del dopo che mi frena? Certo, sistemare la bozza, riscrivere, correggere e uniformare tutto non è esattamente la parte più eccitante del lavoro, ma non può essere solo questo.

Non lo so. Però domani devo assolutamente mettermi all'opera, perché l'idea è una ma le cose da scrivere sono tante!

Tra maschere e ombre (recensione + intervista a Giovanni Oro)

Tra maschere e ombre (recensione + intervista a Giovanni Oro)

Tra maschere e ombre di Giovanni Oro si presenta come il primo volume del vasto Ciclo di Xipe, una saga di fantascienza militare. Con questo romanzo l'autore ci introduce in un universo dove la realtà potrebbe celare verità inaspettate, come suggerito dal titolo di questo primo capitolo.

Nel prologo veniamo immediatamente catapultati in un'atmosfera carica di tensione, con uno dei protagonisti impegnato in una rischiosa ricerca in un luogo inquietante che lascia presagire pericoli imminenti e scenari tutt'altro che rassicuranti.

Parallelamente, nel primo capitolo si intravede un contesto politico e sociale complesso, dove la paura e i segreti sembrano essere strumenti di potere.

La copertina di Tra maschere e ombre

Tra maschere e ombre promette un'esplorazione di apparenze ingannevoli e di motivazioni nascoste in un impero galattico scosso da conflitti. Attraverso le vicende di personaggi, l'autore si interroga sulla vera natura degli individui e sulle sfumature che separano la verità dall'illusione, il tutto sullo sfondo di un futuro militarmente avanzato.

Di Giovanni Oro avevo già letto il racconto di fantascienza militare Sam sulla rivista Il magazzino dei Mondi 5 - che pubblicò anche il mio Businessmen dallo spazio - in cui è possibile ritrovare molti aspetti di Tra maschere e ombre, a partire dall'ambientazione da Space Opera.

La trama

La storia di Tra maschere e ombre è ambientata in un periodo in cui il vasto Impero Umano è in stato di guerra con i Ralt, un popolo alieno la cui società e religione sembrano essere legate al concetto di dolore e onore.

Al centro della narrazione si trova una cruciale missione militare sul remoto pianeta Xipe, un mondo occupato dai Ralt e minacciato dal fronte d'onda di una supernova. La trama si sviluppa attraverso le esperienze di diversi personaggi, offrendo molteplici prospettive sulla guerra e i suoi effetti:

  • Il comandante Alexandra Cross è coinvolta nella missione in un mix di leadership sotto pressione e indagine personale. In quanto Capitano, deve guidare il suo equipaggio, che considera la sua famiglia, anche attraverso decisioni difficili per la sorte di migliaia di vite. Allo stesso tempo, eventi inattesi la portano a scoprire segreti inquietanti che si annidano tra le persone alle sue dipendenze.
  • L'agente del Dipartimento di Sicurezza Imperiale Amara Epotekle indaga su questioni che si intrecciano con la sua vita privata, inclusa una ricerca legata a sua figlia genetica, evidenziando il conflitto tra verità e paura.
  • Vengono esplorate anche varie esperienze dei piloti, sbattendo in faccia al lettore le loro difficoltà personali e concetti come il costo umano della guerra.
  • Il romanzo offre anche uno sguardo sul punto di vista Ralt e sulla loro complessa cultura.

Attraverso queste storie intrecciate, il libro affronta temi come la disperazione in tempo di guerra, i segreti istituzionali e personali, i dilemmi morali e la ricerca di un significato in un universo ostile. Sotto la superficie del conflitto militare, emergono misteri più ampi che riguardano la natura dell'umanità e misteriose forze al di là della comune comprensione.

Tra maschere e ombre è un romanzo per chi apprezza la fantascienza militare con un forte focus sui personaggi e trame multiple, ricche di tensione, investigazione e un senso di mistero che si cela dietro la realtà apparente.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

Tra maschere e ombre si presenta come un'opera di indubbio fascino per la sua trama stratificata e l'abilità con cui vengono condotte in parallelo diverse linee narrative. Sin dalle prime pagine, attraverso le vicende di personaggi come Alexandra Cross, impegnata in un contesto alieno e ostile, di Amara Epotekle, invischiata nelle dinamiche di potere imperiali, e dell'ammiraglio Saint-Laurent, alle prese con le sorti della guerra, Giovanni Oro tesse una tela narrativa complessa e avvincente.

... di meno 🫣

Un aspetto che mi è sembrato meno convincente è rappresentato da certe dinamiche interpersonali. In alcuni frangenti, i dialoghi e le interazioni fra i personaggi sembrano cedere il passo a una certa artificiosità, con scambi che evocano tonalità eccessivamente drammatiche. Ad esempio, le dinamiche tra Kamal e Else o alcuni confronti tra Amara e altri personaggi, a tratti mi sono apparsi carichi di un'enfasi emotiva che sconfina nella forzatura.

Citazioni da Tra maschere e ombre

Pagina 21 | posizione 197-197
al Dipartimento interessava più diffondere la paura che scoprire la verità.
Pagina 30 | posizione 291-292
L’esercito si lamenta sempre, come se la sorte della guerra dipendesse da loro.
Pagina 69 | posizione 777-778
Be’, io non sono Nelson e non siamo in mare, capitano. Ma visto che abbiamo quattro volte il suo tempo, spero di avere almeno la metà del suo valore
Pagina 72 | posizione 809-809
la maggior parte delle persone preferisce credere a quello che vede.
Pagina 89 | posizione 1014-1016
Aveva sempre voluto provare un bicchiere di pombewurm; quando lo aveva bevuto, l’aveva fatta quasi vomitare perché era distillato a partire da minuscoli vermi di Ruhanga. Ma l’averlo messo in conto al Dipartimento lo aveva reso quasi bevibile.
Pagina 133 | posizione 1538-1539
Saint-Laurent non sapeva se avesse fatto la scelta tattica giusta, ma di sicuro era quella più appropriata dal punto di vista politico.
Pagina 135 | posizione 1561-1561
Quelle parole, essenziali e logiche, erano uscite dalla sua bocca come se fossero sempre state lì, pronte nel momento del bisogno.
Pagina 155 | posizione 1794-1797
Doyle lo seguì ancora un istante, mentre la sagoma sembrava quasi confondersi con l’immensità della nave ralt il cui scafo sembrava ribollire, circondato dalle vampate delle esplosioni, simile a un immenso animale ferito dai suoi cacciatori, impossibilitato a urlare perché costretto in quel luogo privo di suoni.
Pagina 161 | posizione 1874-1876
Morta… Quella parola le risuonò nella testa con la forza di un’esplosione. Morta. E che cosa avrebbe lasciato? Cosa sarebbe rimasto di Amara Epotekle una volta che lei fosse sparita? Nulla, solo un nome in un registro e una casa vuota. Quell’improvvisa consapevolezza le fece quasi tremare le gambe.
Pagina 169 | posizione 1956-1959
Alexandra si voltò a guardarlo e rimase paralizzata nel vedere dietro la sua testa, sulla parete del passaggio appena oltre la porta, l’impronta rossa di una mano. La parete in duracciaio stava lentamente scomponendo il sangue, ma il segno era ancora lì. Per un istante si aspettò che quell’impronta assumesse corpo emergendo dalla parete e la schiaffeggiasse.
Pagina 171 | posizione 1978-1978
Un bravo medico non può essere umano.
Pagina 172 | posizione 1993-1996
Pensi che ci siano sopravvissuti su quella nave? – La voce di lei risuonò nel casco di Kamal, ma prima che potesse dire qualcosa, lei proseguì: – Onestamente, non credo. Non pensi mai a quelli che uccidiamo? Avranno anche loro una famiglia, dei figli… Kamal non ci aveva mai pensato, per lui erano solo nemici. Alieni che gli era stato ordinato di uccidere. – Non ci ho mai riflettuto, ma loro sono ralt, e… be’, credo che questo chiuda la storia.
Pagina 185 | posizione 2135-2136
persino in tempo di guerra le capacità di un ufficiale non erano motivo sufficiente per una promozione, contavano gli amici e i nemici
Pagina 191 | posizione 2210-2211
Quella ragazza era solamente un’ingrata, o forse un’incosciente, o magari solo stupida, tutti tratti che doveva aver preso dall’altro donatore.
Pagina 193 | posizione 2235-2236
Ovviamente avrebbe potuto semplicemente clonarsi, ma non era una cosa particolarmente ben vista e in fondo anche lei la trovava alquanto di cattivo gusto.
Pagina 198 | posizione 2281-2283
una volta tornato alla nave sarebbe stato messo in stasi, perché un pilota serviva solo durante la battaglia ed era inutile tenerlo vigile quando non combatteva.
Pagina 208 | posizione 2401-2402
Sicuramente anche quel pianeta aveva un nome: gli esseri umani sembravano possedere l’assoluta certezza che una cosa non poteva esistere senza avene uno.
Pagina 237 | posizione 2746-2747
La mano del capitano si abbatté violentemente sul piano della scrivania facendolo sobbalzare. – No, non può! – esclamò Saint-Laurent, la maschera di cortesia che crollava rivelando il mare ribollente della furia che ci viveva sotto.
Pagina 325 | posizione 3797-3798
Sarebbe stato meglio se tutto si fosse svolto secondo i piani, ma in guerra dovevi evitare di essere troppo rigido nelle tue speranze.
Pagina 373 | posizione 4376-4377
era sempre un piacere scoprire il talento in qualcuno di cui fino a pochi giorni prima si ignorava persino l’esistenza.
Pagina 380 | posizione 4451-4451
Gli eroi di Xipe, si può fare un titolo più banale?

Intervista a Giovanni Oro

In un mondo narrativo in cui la fantascienza militare si concentra spesso sull'epica dello scontro e sulla vastità dello spazio, c'è chi sceglie di addentrarsi anche nelle pieghe più intime e oscure della guerra e dell'animo umano, proprio come Giovanni Oro con Tra maschere e ombre, che punta costruisce un universo vasto ma fragile ed esplora le ombre che si celano dietro le apparenze. Ecco l'uomo dietro Tra maschere e ombre.

Dati anagraficiNato a Palermo l'11/11/1982 e residente a Capannori (LU)
EsordioL'equinozio di Xipe, Leone Editore (2018)
Autore di riferimentoAl momento direi Joe Abercrombie
Romanzo svoltaCome persona Se questo è un uomo, letto in prima media, come autore Il trono di spade di Martin
Letture preferiteNon ho una particolare preferenza, passo da Proust a Corey a seconda di cosa ho voglia sul momento
Strumenti di scritturaComputer
Ti identifichi inTrovo parecchio affascinante Edmond Dantes de Il conte di Montecristo
Miglior antagonistaAchab da Moby Dick
Se fossi un fantasy/sfLa Prima legge di Joe Abercrombie
Se fossi un giallo/noirLa Dalia nera di James Ellroy

Sfide

Ciao Giovanni e grazie per aver accettato di partecipare. Visto il tuo background in storia contemporanea e la tua passione per la fantascienza militare che traspare da Tra maschere e ombre, e considerando i vari temi esplorati, come la guerra contro i Ralt, le dinamiche di potere nella Flotta Imperiale e persino accenni a questioni sociali come il trattamento dei serf… come hai trovato l’equilibrio nel fondere la tua conoscenza storica con gli elementi di un futuro fantascientifico militare così dettagliato, e quali sono state le maggiori sfide nel costruire questo universo narrativo complesso, con le sue dinamiche politiche, militari e sociali?

In realtà posso dire che si è trattato di un processo naturale. Creare un mondo implica necessariamente ragionare in termini complessi perché ogni singolo elemento fa parte di una catena che porta a conseguenze, all’interno della società. La storia reale è il punto di partenza attorno cui sviluppare e adattare i vari elementi cercando di fare in modo che siano coerenti, anche per questo ogni oggetto nominato, ogni pianta, animale o luogo, ha una sua scheda, in modo da poterla tracciare e verificare; ho anche realizzato una cronologia dettagliata della storia che sta alle spalle degli eventi narrati che copre quasi mille anni. Solo un 10% di ciò che è il materiale preparatorio è poi realmente presente nei libri in una forma o nell’altra ma serve a me per dare ai personaggi la profondità che meritano, il cercare che siano l’ultimo anello di una catena che è la storia dei loro antenati. Del resto siamo così anche noi, siamo il prodotto di ciò che c’è stato prima.

I feedback

Nei ringraziamenti, menzioni diverse persone che hanno contribuito al libro, inclusi beta reader e persone che hanno dato volto e corpo ai personaggi. Quanto sono importanti per te i feedback dei tuoi lettori fidati e le incarnazioni dei tuoi personaggi in persone reali? I feedback sono estremamente importanti, senza di essi sarei ancora più incerto sul fatto di avere scritto qualcosa di sensato di quanto non sia in condizioni normali, visto che sono un’insicuro cronico. A chi ha accettato di prestare un volto ai personaggi posso solo dire di essergli grato per avere deciso di offrire un po’ del loro tempo al mio progetto.

Il ciclo

Tra maschere e ombre è il primo tassello del tuo ambizioso Ciclo di Xipe; volevo capire che cosa ti ha spinto a concepire una saga piuttosto che un singolo romanzo. Mi spiego meglio. Quali motivazioni ti hanno spinto a progettare un arco narrativo così ampio? Era un desiderio di esplorare un universo narrativo complesso con molteplici sfaccettature, o sentivi che la storia che volevi raccontare necessitava di uno spazio più ampio per svilupparsi pienamente? Come ti sei predisposto mentalmente e metodologicamente di fronte alla sfida di una saga? Hai abbozzato fin da subito una visione generale dell’intero ciclo, magari con trame e destini dei personaggi chiave già delineati, oppure il percorso si è rivelato più organico e in evoluzione? Affrontare un progetto di tale portata implica anche delle paure. C’è mai stato il timore di non riuscire a mantenere la coerenza narrativa e stilistica nel corso di più volumi, o la preoccupazione che un eventuale insuccesso di un libro potesse compromettere l’intero progetto? Come hai gestito o prevedi di gestire queste potenziali ansie nel tuo percorso di autore di una saga? Molto semplicemente la storia che avevo in testa aveva bisogno di un mondo abbastanza ampio da renderla possibile e di conseguenza anche il mondo stesso aveva le sue complessità che dovevano essere approfondite nella maniera giusta, per cui scrivere più volumi era l’unica opzione possibile. Per il metodo direi più un misto di entrambe, so già qual è il destino di alcuni personaggi (quasi tutti), a dire il vero l’ultima pagina della serie è già stata scritta, per il resto a parte alcuni punti fermi della trama generale, eventi che devono necessariamente accadere proseguo in maniera più organica per riempire i vuoti tra di essi lasciandomi comunque lo spazio di manovra necessario. Come parte della scrittura dei primi volumi ho anche lavorato al mondo, compilando schede (ogni cosa nominata nei libri ha una sua scheda) o cronologie che mi aiutassero a costruire la base del mondo su cui poi installare tutto il resto. Essere preoccupati è normale, poi per una persona insicura come me è quasi una condizione permanente, ma non la paura di mantenere una coerenza stilistica o narrativa, semplicemente perché prima di scrivere un libro nuovo della serie li rileggo sempre tutti sistemando quelli non ancora pubblicati sia dal punto di vista dello stile che sistemando eventuali passaggi lavorando in questo modo penso di essere riuscito a rimanere abbastanza coerente per lo stile e molto da quello narrativo.

I personaggi

Ho trovato l’intreccio narrativo molto avvincente, tuttavia, durante la lettura, ho fatto fatica a tenere traccia di tutti i personaggi – a volte chiamati solo per nome, altre per cognome – delle loro relazioni e dei loro background, chi avesse fatto/detto che cosa/a chi ecc. Sebbene abbia apprezzato la presenza della sezione Personaggi alla fine del libro (se fosse stata all’inizio sarebbe stato ancora meglio!), confesso di aver avuto timore di consultarla per non incorrere in spoiler. Considerando questa potenziale difficoltà per alcuni lettori, quale consiglio ti sentiresti di dare a chi si approccia per la prima volta alla lettura di Tra maschere e ombre? Esiste una strategia che potrebbe aiutarli a orientarsi meglio?

La lista personaggi è stata fatta appositamente senza spoiler in modo che un lettore possa orientarsi, anche il glossario serve allo stesso scopo.

Allora ribadiamo che queste sezioni possono essere lette senza paura di spoiler!

Controdomanda

Ora fai tu una domanda all’intervistatore!

Il tuo romanzo Pelicula mostra una passione per il distopico, da dove arriva?

Apprezzo molto i romanzi distopici… trovo questi scenari in cui la società è diventata disfunzionale e opprimente molto stimolanti, sia come fruitore che come autore. Da dove arriva? Non saprei dire con precisione ma, leggendo opere come 1984 di George Orwell, Il mondo nuovo di Aldous Huxley e Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, ho ammirato la potenza e la precisione con cui gli autori criticano la loro società contemporanea esplorando problemi politici e sociali del mondo reale attraverso un’ambientazione alternativa.

Contatti

Come ultima domanda ti chiedo di spiegarci come fare a seguirti per rimanere aggiornati sulle tue attività letterarie. Al momento sono presente su Facebook con il mio nome e con la pagina dedicata alla serie (schegge dell’Impero) e su Instagram (giovannioro1917).

Acquista Tra maschere e ombre

La copertina di Tra maschere e ombre

Ringraziamo Giovanni per le sue risposte e, se ti hanno soddisfatto e sei alla ricerca di un intreccio narrativo ben congegnato con un'attenzione particolare alla complessità dei personaggi, acquista Tra maschere e ombre cliccando il pulsante, ti immergerai in un'esperienza di fantascienza militare ricca di spunti di sicuro interesse.

Pelicula: la tua felicità ha un prezzo

Pelicula: la tua felicità ha un prezzo

Il video che propongo in questo articolo è una riflessione sulla libertà, la felicità e il controllo, e inoltre è una guida per scoprire l'universo narrativo di Pelicula.

Il romanzo pone fin da subito una domanda che ti farà riflettere: Saresti disposto a rinunciare alla tua felicità sapendo di non meritarla?. Un interrogativo che mette i brividi e che getta le basi per l'esplorazione di una società all'apparenza perfetta, ma che nasconde un controllo invisibile e pervasivo.

Qual è il valore della libertà – magari una libertà imperfetta – rispetto a una felicità indotta artificialmente?

Leggi Pelicula

Che ne pensi dei dettagli e delle sfumature di questo romanzo che ha catturato anche lettori non abituali del genere distopico?
Scopri di più visitando la pagina di Pelicula, dove potrai:

  • Leggere una presentazione dettagliata
  • Scoprire che cosa ne pensano gli altri lettori attraverso i loro commenti e recensioni
  • Acquistare la tua copia e vivere in prima persona le emozioni, i pericoli e le scelte dei protagonisti

Non perdere l'occasione di entrare nel vivo dell'azione e di sostenere l'autore, acquistando il romanzo che ha dato vita a questo mondo affascinante e inquietante!

Pelicula, di Andrea Cabassi
Il labirinto della scrittura non pianificata

Il labirinto della scrittura non pianificata

Come volevasi dimostrare, ho iniziato un racconto breve senza un'attenta pianificazione e mi sto perdendo.

È esattamente quel che accade quando ci si addentra in un bosco senza mappa, con solo una vaga idea della direzione da prendere. La scrittura di racconti brevi senza una solida pianificazione è come costruire una casa partendo dal tetto: si procede a tentoni, aggiungendo stanze che potrebbero non collegarsi mai.

All'inizio tutto sembra fluire naturalmente. La libertà creativa è inebriante! I personaggi prendono vita, le scene si materializzano, i dialoghi scorrono. Ma poi, quasi impercettibilmente, il sentiero inizia a svanire. Quell'entusiasmo iniziale si trasforma in una nebbia sempre più fitta, soprattutto nei brevi racconti di fantascienza, dove la coerenza del mondo immaginato è fondamentale.

Mi ritrovo mentre mi chiedo: «Dove sta andando questa storia? Come farò a concluderla in modo soddisfacente?»

Il problema non è la mancanza di creatività, ma di architettura narrativa. È una cosa che ho notato in molti racconti brevi: senza un'impalcatura su cui costruire, anche le idee più brillanti rimangono frammenti isolati. Come un albero che cresce storto perché nessuno lo ha indirizzato quando era un germoglio, una storia si sviluppa in direzioni impreviste, rendendo sempre più difficile ricondurla verso una conclusione coerente.

La procrastinazione diventa una risposta naturale: il cervello riconosce l'enormità del compito di riordinare un caos narrativo e preferisce evitarlo. Ogni volta che tento di scrivere racconti di fantascienza brevi, mi ritrovo di fronte alla stessa sfida.

Alcune idee estemporanee fungono da piccole lanterne che illuminano solo pochi passi avanti, senza mai rivelare la meta finale. E così rimando, prendo tempo, scrivo poco, mi perdo in dettagli irrilevanti o in ricerche interminabili che sembrano importanti ma sono solo un modo per evitare di affrontare la realtà.

La soluzione non è abbandonare la storia, ma fare un passo indietro. Analizzare quel che ho fatto, individuare i conflitti centrali, le domande narrative. Poi chiedermi «quale conclusione darebbe senso a tutto questo? Quali archi narrativi devono essere completati? Quali promesse ho fatto al lettore?»

Non serve una pianificazione minuziosa retroattiva, ma almeno una bussola: una direzione chiara per la conclusione e alcuni punti di riferimento lungo il percorso. Questo equilibrio tra struttura e creatività permette alle idee di arricchire il viaggio anziché far perdere la strada. I racconti brevi di fantascienza, con la loro doppia sfida di economia narrativa e worldbuilding, necessitano di questa bussola più di ogni altra forma.

Anche una mappa approssimativa è meglio di nessuna mappa. Per quanto mi rigiarda, i racconti brevi che nascono dall'improvvisazione raramente raggiungono il loro pieno potenziale, mentre quelli pianificati, anche solo a grandi linee, hanno maggiori probabilità di lasciare un'impressione duratura.

Devo ricordare questa lezione la prossima volta che mi accingerò a scrivere un racconto di fantascienza breve: inizia con un piano, anche basilare. La brevità non significa semplicità; al contrario, scrivere un racconto breve richiede forse più disciplina e precisione di forme più estese.

Eroe in prova, di Valeria Barbera

Eroe in prova, di Valeria Barbera

In Eroe in prova di Valeria Barbera, la vita di un giovane informatico di Napoli, caratterizzata da una serie di delusioni e fallimenti, viene stravolta dal contatto con una donna misteriosa e dalla scoperta di possedere un potere strabiliante di cui era all'oscuro.

L'acquisizione di questa nuova facoltà lo proietta in una catena di eventi in cui dove dovrà confrontarsi con i pericoli legati all'uso dei suoi poteri e con eventi che precipitano rapidamente.

Il romanzo ruota attorno alla crescita personale del protagonista, al legame tra tecnologia e soprannaturale, e a un conflitto epico che affonda le radici nei miti e che minaccia il mondo, il tutto intrecciato con una storia di amore e redenzione personale.

La copertina di Eroe in prova

Una stranezza riguarda la composizione dell'ebook: questo inizia con le informazioni relative a Eroe in prova, prosegue presentando la collana in cui è pubblicato (Urban Fantasy) e su come parteciparvi, e poi sono presenti le sinossi degli altri libri della serie.

Poi c'è il romanzo vero e proprio, ma giunti alla parola fine, non siamo ancora al 50% dell'ebook!

Questo perché, a partire da questo punto, ci sono tutta una serie di informazioni editoriali, una sezione sulla politica di Delos Digital riguardo ai DRM, e un ampio spazio pubblicitario con l'elenco di altri libri pubblicati dall'editore, organizzati per collana.

Non mi era mai capitato si trovare un romanzo che occupasse meno della metà dello psazio del suo volume!

La trama

Eroe in prova di Valeria Barbera introduce Gianluca, un giovane informatico di Napoli. La sua vita è segnata da una serie di fallimenti: non ha ottenuto un posto di lavoro presso la Pandora - un'importante azienda per cui ha sostenuto un colloquio - e la sua ragazza, Titti, lo ha lasciato. Afflitto e con il morale a terra, Gianluca trascorre le notti tormentato dai pensieri e dalla solitudine.

La situazione cambia radicalmente quando Gianluca viene contattato da una bella e misteriosa donna straniera di nome Thilli, che gli propone un'assunzione. La mattina seguente, Gianluca si accorge di aver sviluppato un potere strabiliante, una facoltà latente di cui era ignaro. Questo potere gli permette di leggere i pensieri altrui, percependoli come i contenuti di un browser mentale. Successivamente scopre di poter anche sfogliare ricordi e sogni e forse manipolare queste informazioni.

L'esercizio di questa nuova abilità senza la guida di un mentore si rivela una strada irta di pericoli, non solo per lui ma anche per chi gli sta accanto. Gli eventi precipitano rapidamente, portando Gianluca e Titti a ritrovarsi imprigionati in un luogo orribile, che si scopre essere una caverna scavata all'interno del Vesuvio. Qui devono affrontare un'entità pericolosa e soprannaturale.

Intrappolato e disperato, Gianluca è costretto a superare prove a difficoltà crescente, come in un videogioco sadico, mentre un infernale conto alla rovescia preannuncia la fine. Deve utilizzare il suo potere per cercare una via di fuga e proteggere Titti, scontrandosi con i limiti della sua nuova capacità, soprattutto senza i suoi occhiali, che sembrano legati alla manifestazione del potere.

Nel corso di questa lotta per la sopravvivenza, Gianluca inizia a svelare segreti terrificanti custoditi dalla Pandora e a comprendere il suo stesso ruolo in questo magico universo popolato da forze contrapposte. Viene introdotto al concetto di un'internet delle menti e scopre che dietro gli eventi si nasconde un conflitto che minaccia non solo la sua vita, ma forse l'equilibrio stesso della realtà.

Nonostante le difficoltà e le insicurezze, Gianluca deve fare appello al suo potere e al suo coraggio per salvare la donna che ama e affrontare le oscure verità che emergono.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

Un aspetto molto interessante del libro è il suo sistema fantastico, che fonde concetti informatici con abilità soprannaturali. Il protagonista, Gianluca, scopre di poter leggere e manipolare i pensieri altrui percependo le loro menti come siti web, navigando attraverso un browser magico e gestendo i contenuti come fossero file.

Questa raffigurazione della coscienza collettiva come un'internet delle menti e l'idea del protagonista come Mastro delle Menti rappresentano un elemento originale e moderno, integrando la tecnologia quotidiana con elementi magici in modo creativo.

... di meno 🫣

Un aspetto che proprio mi ha infastidito è il linguaggio del protagonista – che è anche la voce narrante e quindi molto importante nell'economia della storia. È eccessivamente colloquiale e volgare, costellato di imprecazioni e volgarità gratuite che appesantiscono la lettura con un tono crudo che non sempre risulta funzionale. Il suo flusso di coscienza è spesso carico di negatività, che mi ha reso la lettura stancante e a tratti sgradevole.

Come se non bastasse, la rappresentazione dei personaggi femminili è sempre e solo in termini fisici espliciti e fortemente sessualizzati. Sebbene queste scelte stilistiche contribuiscano a definire la personalità del protagonista e il tono crudo e urbano del romanzo, il loro abuso (sottolineo: l'abuso) mi è sembrato offensivo e sminuente.

Citazione da Eroe in prova

Ho selezionato un solo estratto da Eroi in prova… se pochi è meglio di buoni, figuriamoci uno solo!

Pagina 67 | posizione 580-581

La sera prima delirava di avere un cervello, di voler decidere le sue cose da sola, ma era bastato farla sentire capita una volta, perché mi cedesse il controllo.

Acquista Eroe in prova

La copertina di Eroe in prova

Se vuoi immergerti in una narrazione senza filtri, dove il linguaggio spiazzante e le provocazioni stilistiche riflettono un mondo ai margini, Eroi in prova fa per te. Clicca il pulsante per acquistarlo e vivere un’avventura letteraria che non chiede scusa.

Fantaronco 2024/25: potenza d’attacco!

Fantaronco 2024/25: potenza d’attacco!

Eccoci giunti al consueto appuntamento di fine stagione, quello in cui tiriamo le somme dell'anno fantacalcistico della supernormale Dinamo Stuparich. Quest'anno abbiamo disputato la nostra quarta stagione consecutiva nella massima serie del Fantaronco, confermandoci tra le squadre più stabili del torneo (anche se non sempre tra le più brillanti, a dirla tutta!).

La stagione 2024/2025 si è rivelata un'autentica montagna russa: tra spericolati recuperi, batoste inaspettate e colpi di scena degni di un thriller, Dinamo Stuparich ha ancora una volta scritto una pagina emozionante della sua storia. E mentre prepariamo la tradizionale festa che non si svolge mai per celebrare l'occasione, una cosa è certa: la salvezza matematica conquistata alla penultima giornata ha un sapore ancora più dolce dopo un'annata così complicata!

Fantaronco 2021/2022 Logo Dinamo Stuparich

L'obiettivo della stagione 2024/2025

Il tradizionale bilancio di fine stagione strizza l'occhio al fallimentare tentativo della scorsa stagione di conquistare almeno un trofeo, trasformato poi in migliorare il piazzamento dell’anno precedente.

E infatti, tra spericolati recuperi, batoste inaspettate e l’ennesima eliminazione al primo turno di coppa (sì, ancora), abbiamo vissuto un campionato ad altissimo tasso di drammaticità, prima lottando per la vetta della classifica, poi salvandoci solo alla penultima giornata... e comunque finendo sesti (una posizione meglio dell'anno scorso!).

Dinamo Stuparich (Andrea Cabassi) 2023/2024

Dinamo Stuparich 2024/25

Com'è andata in campionato

Quest'anno sono arrivato sesto, come due stagioni fa; come già detto, ho migliorato di una posizione rispetto all'anno scorso. Dopo un periodo iniziale di costante presenza fra i primi della classifica ho subito un tracollo, culminato con il rischio della retrocessione. Una classifica molto corta mi ha visto salvo matematicamente solo alla penultima giornata, con un - a un certo punto della stagione - insperato sesto posto finale.

Classifica Serie A 2024/25

Com'è andata al Gran Premio

Il Gran Premio è una competizione cui partecipano le squadre di tutte le leghe (Serie A, B e C), misurandosi sulla somma dei punteggi delle singole giornate di campionato.

Anche quest'anno ho raggiunto il mio miglior piazzamento di sempre, che a differenza della settima posizione dll'anno scorso, quest'anno è a quarta! Cosa che mi garantisce per la quarta volta consecutiva l'accesso diretto alla prestigiosa Champions FR League!

Classifica Gran Premio 2024-25

Com'è andata la Coppa

In coppa ho superato il mio girone dopo una lotta serrata. A differenza degli scorsi anni, i sedicesimi di finale non sono stati un problema... perché abbiamo disputato direttaente gli ottavi (da cui sono uscito subito).

Coppa 2024/25

Com'è andata la Champions FR League

Quest'anno sono arrivato in semifinale dopo essermi classificato come primo del mio girone.

Champions FR League 2024/25

Andrea Cabassi Ringrazia

Un doveroso grazie (anche stavolta) a Gianluca e Paolo, che hanno tenuto in piedi la baracca con la solita pazienza da santi. Senza di voi il Fantaronco sarebbe impossibile. Ora, però, basta fantasofferenze: ci meritiamo tutti una lunga fanta-pausa estiva, possibilmente senza pensare a formazioni, infortuni dell'ultimo minuto o giocatori venduti in Arabia a sorpresa.

Orfani del Sole (recensione + intervista a Federico Tamanini)

Orfani del Sole (recensione + intervista a Federico Tamanini)

Orfani del Sole di Federico Tamanini

Orfani del Sole di Federico Tamanini si rivela un'affascinante e ben congegnato romanzo cyberpunk. Ambientato in un futuro cupo in cui la memoria del passato è stata deliberatamente offuscata o alterata, il libro delinea una trama avvincente seguendo le intricate vicende di alcuni personaggi le cui esistenze si intersecano in un mondo sofferente a causa del degrado ambientale e di un pervasivo controllo dell'informazione.

Vengono esplorati temi profondi come la perdita dell'identità, la ricerca della verità in un'epoca di manipolazione, la forza dello spirito umano di fronte all'oblio e la necessità di salvaguardare la salute del nostro pianeta.

L'autore crea un'ambientazione fermente, vivace, che cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina, trasmettendo un'inquietante impressione sulla natura umana, sulla fragilità della memoria e sul valore della conoscenza.

Di Federico Tamanini avevo già letto il racconto di fantascienza Gli altri sulla rivista World SF Italia Magazine 19 - che pubblicò anche il mio Flyball - quindi Orfani del Sole non è esattamente il mio primo approccio con l'autore. Anche il racconto mi era decisamente piaciuto, sono felice che questo romanzo sia stata una conferma!

La trama

La storia di Orfani del Sole inizia con Hugh, che vive isolato in un rifugio sotterraneo, e che con il trascorrere del tempo desidera sempre più conoscere la verità sul mondo esterno, di cui ha solo vaghe descrizioni e ricordi filtrati.

Terrence Hicks, un funzionario del Ministero della Rimembranza (il Palazzo della Memoria), si ritrova coinvolto in una pericolosa ricerca di memorie perdute, forse legate a un progetto segreto e al suo precario stato di salute. Questa ricerca lo mette in rotta di collisione con altri individui che cercano la stessa cosa, tra cui la misteriosa e potente Baba Yaga.

Parallelamente, nel sopramondo - una vasta realtà virtuale - operano entità come Quem, la cui coscienza esiste nello spazio digitale nonostante il suo corpo sia in coma nel mondo reale, e Mother, un'intelligenza artificiale che sta per essere disattivata ma che possiede ancora una grande quantità di informazioni.

La trama si concentra sulla ricerca di una memoria che potrebbe contenere la chiave per svelare verità nascoste sul passato del mondo. I personaggi si trovano così coinvolti in una complessa rete di segreti e manipolazioni, in un contesto in cui la vera storia dell'umanità è stata deliberatamente oscurata.

Ecco quello che mi è piaciuto…

... di più 🤩

Nonostante il romanzo parta col botto, con un'eccezionale scena claustrofobica che subito fa sorgere mille domande tutte ricche d'interesse, devo dire che la battaglia finale del capitolo Mondo e Sopramondo, la lotta per me ha rappresentato il momento più coinvolgente di tutto il romanzo, che in un paio di occasioni mi ha fatto domandare ma sta accadendo davvero?

La sovrapposizione degli scontri tra il mondo fisico e il sopramondo crea una grande tensione: da un lato la lotta disperata di Terrence contro le minacce fisiche - prima all'esterno e poi all'interno della villa di Baba Yaga - con in più il problema dell'enigma da decifrare.

Parallelamente, la furiosa battaglia nel sopramondo tra Lovelace (Ada) e Quem è carica di immaginazione e pericoli virtuali letali: le trasformazioni degli avatar, l'uso di armi digitali e la posta in gioco rendono questa parte il vero culmine narrativo.

L'interconnessione tra le due realtà, con le azioni nel sopramondo che influenzano gli eventi nel mondo fisico e viceversa, è gestita in modo efficace mantenendo alta la suspense. La sensazione che il destino di diversi personaggi e forse del mondo stesso sia appeso a questi scontri simultanei mi ha tenuto con il fiato sospeso!

... di meno 🫣

La cosa che mi è piaciuta di meno di Orfani del Sole è stata la conclusione, pur pregna di significati, con le riflessioni di Hugh sulla perdita, sulla memoria e sulla speranza.

Ho percepito le sue parole sul comportamento umano e sui rischi che corre l'umanità come, in un certo senso, retoriche.

Questi pensieri, per quanto condivisibili, mi sono sembrati ripetizioni di quello cui chiunque - leggendo la descrizione di Città Sette - sarebbe arrivato autonomamente, senza che fossero esplicitate in quel modo.

In questo senso, credo che tali considerazioni non abbiano aggiunto un particolare valore o un nuovo spunto alla narrazione in quel frangente, focalizzandosi su concetti che il lettore aveva già avuto modo di elaborare nel corso della lettura.

Citazioni da Orfani del Sole

Pagina 24 | posizione 433-434
Ora Osam non esisteva più. Il resto del corpo, come il resto del cervello, erano ancora lì, ma senza i ricordi servivano solo ad aggiungere al mondo sessanta chili di carne tiepida.
Pagina 27 | posizione 458-459
Macchine umane, limitate e distribuite, meno spaventose di una sola, immensa, intelligenza. Macchine umane che si potevano uccidere, che invecchiavano ed avevano ben note debolezze.
Pagina 57 | posizione 933-933
una mente ricostruita, riavviata, è una persona?
Pagina 57 | posizione 933-935
La grande domanda era appunto questa: a chi appartiene la copia della mente di una persona?
Pagina 59 | posizione 966-967
Aver rinunciato alla memoria è qualcosa di folle, non è da me. Nella memoria ci sono tutte le cose che ci rendono umani
Pagina 59 | posizione 967-967
Nella memoria ci sono tutte le cose che ci rendono umani
Pagina 72 | posizione 1187-1188
Città Sette era un non-luogo, nata solo per mantenere in vita i più stanchi, i peggiori, l’ultimo anello di quel lombrico famelico che era la specie umana.
Pagina 72 | posizione 1188-1191
“Non te ne fregava niente. Ecco cosa è accaduto. Non ci sono voluti i pompieri di Fahrenheit 451 per cancellare i ricordi…” “I cosa?” “Non importa.”
Pagina 103 | posizione 1662-1663
Prima o poi accadono cose che non erano mai accadute, ecco la vera novità del giorno.
Pagina 106 | posizione 1707-1708
Tornò alla musica synthwave che non costringeva a pensare.
Pagina 112 | posizione 1808-1808
La sua maledizione era includere una versione digitale delle emozioni umane.

Intervista a Federico Tamanini

Dati anagraficiNato a Padova 16/04/1977 residente a San Lazzaro di Savena (BO).
EsordioIl Dio Elettrico, Edizioni In Riga (2023).
Autore di riferimentoLovecraft.
Romanzo svoltaNon saprei indicarne uno solo. Di certo ricordo le notti leggendo Lovecraft al buio con la luce delle candele. Ho amato molto Dragonlance e di certo tanta fantascienza.
Letture preferiteSe c'è qualità mi piace sia la letteratura classica che quella attuale. Mi divido tra Dick e Dostoevskij, passando per la Nothomb.
Strumenti di scritturaPC (talvolta un portatile vintage del 1986).
Ti identifichi inCaramon della saga Dragonlance.
Miglior antagonistaRaistlin della saga Dragonlance (antagonista a momenti).
Se fossi un fantasy/sfI draghi del Crepuscolo d'Autunno (Weiss/Hickman).
Se fossi un giallo/noirMaigret (Simenon).
Federico Tamanini, autore di Orfani del Sole

In un mondo che corre veloce, dove la scrittura sembra spesso rincorrere mode e algoritmi, c'è ancora chi si ferma a raccontare storie difficili, proprio come Orfani del Sole.

In questa intervista a Federico Tamanini incontriamo uno scrittore che punta su autenticità, attenzione ai dettagli e voglia di esplorare ciò che ci circonda.

La memoria

Federico, benvenuto! In Orfani del Sole la memoria è presentata come un elemento fragile, manipolabile, che può essere selettivamente indebolito, cancellato, progressivamente ridotto, sostituito con falsi ricordi, trasferito digitalmente, e dove la sua perdita è vista sia come una violazione che come una condizione necessaria, fino a che punto l’identità individuale dipende dalla continuità e dall’integrità della memoria? Che cosa definisce l’essenza dell’essere umano e come si preserva il senso di sé in un simile scenario?

Nella storia raramente siamo stati in grado di anticipare i grandi cambiamenti, quelli che hanno richiesto enormi sforzi o enormi rinunce. La rivoluzione industriale è venuta, inarrestabile, e ha portato l’inquinamento, l’allontanamento dalla natura, ma anche nuove opportunità e un benessere economico senza precedenti, sebbene con forti disuguaglianze. La rivoluzione informatica ha mutato la vita e la socialità, ha creato mondi virtuali e forse ora ci donerà una nuova forma di intelletto, reale o simulato, con cui avere a che fare.

Ma tutto questo è nulla. Per adesso i tesori più grandi della mente umana non sono ancora del tutto violati. È vero che le testimonianze delle nostre vite sono sempre più condivise, ma il ricordo puro è solo nostro. Lo trasmettiamo se ci va, ma può rimanere privato. Il futuro forse non garantirà questo diritto.

Credo che sarà uno dei più grandi traumi della specie. Il ricordo è l’infrastruttura portante della personalità, elemento insostituibile della nostra identità. Quando potrà essere copiato, prelevato, inserito, manipolato nessuno potrà più essere certo di sé stesso, della sua natura interiore.

Non è l’unica insidia sul nostro cammino. Si aggiunga la ridotta disponibilità a ricordare e a valorizzare il ricordo, quando questo fosse di dubbia autenticità. Già oggi accade che non diamo importanza alla memoria storica e all’esperienza. Oggi non si tratta di tecnologie che ci entreranno nella mente, ma della tendenza a ridurre pazienza e attenzione, fino all’estrema sintesi di questa involuzione: la squalificazione del ricordo come elemento di pregio.

Pertanto se mi chiedi quale sia per me il valore del ricordo ti rispondo che è uno degli elementi fondanti della vita umana e rischiamo di perderlo. Per questo ho scritto Orfani del Sole, ma anche Il Peso degli Ultimi, che ha lo stesso scopo.

La realtà manipolata

Ecco un estratto dal capitolo 6:

La realtà aumentata era una sovrapposizione. Informazioni utili o commerciali erano sempre presenti nel campo visivo dei cittadini. Chi osservasse un piazzale che era stato adibito a giardino non poteva vedere la terra secca e morta. Davanti ai suoi occhi apparivano piante rigogliose. La qualità dell’illusione era modesta, ma sufficiente a non far impazzire otto milioni di cittadini di fronte a un deserto di cemento. E la connessione era costante, obbligatoria e bidirezionale, al contrario di quella verso il sopramondo, che andava attivata.

Un altro dal capitolo 21:

In città stavano nascendo tumulti e la Polizia già ingaggiava battaglia. Molti agenti i cui terminali per il sopramondo e per la realtà aumentata erano stati prontamente limitati a specifiche comunicazioni autorizzate, non comprendevano i motivi delle masse, perché non avevano potuto vedere né il vero aspetto del mondo che li circondava, né le molte informazioni sul passato dell’umanità.

Questi brani evidenziano un metodo di controllo cruciale: la sofisticazione della percezione della realtà e la limitazione dell’accesso alle informazioni in maniera capillare, attraverso l’imposizione massiva della realtà aumentata, che di fatto dovrebbe chiamarsi realtà manipolata.

Ti va di commentare questo aspetto, che tanto strizza l’occhio all’attuale ruolo dei social media in mobilità iperconnessa?

Grazie per aver usato il termine realtà manipolata, più adatto ad esprimere ciò che intendevo. Ritengo che quanto io ipotizzo sia già presente, magari in forma meno digitale. Ciò che osserviamo è coperto da un velo, che inizia dal commercio, con la falsificazione permanente dell’aspetto dei prodotti.

Le immagini e la narrazione pubblicitaria non hanno nessuna necessità di basarsi sul reale, possono limitarsi ad approssimare la vera natura del prodotto per evitare shock eccessivi all’apertura della scatola, ma in caso di bugia difficile da riconoscere ci si può spingere a livelli di falsità elevati.

Siamo al punto che quasi nulla di ciò che viene detto va creduto senza adeguato approfondimento. C’è però tutto quello che non possiamo approfondire di prima mano, ovvero il mondo più distante, quello che ci viene raccontato da lontano. Qui il reale diviene un mito e l’unica risorsa, la sola arma per difenderci è la pluralità delle fonti, nella speranza che il loro conflitto sia sufficiente a svelare qualcosa nel mezzo.

Nel mondo che descrivo la pluralità quasi non esiste più (la setta degli Interferenti è morente), la realtà aumentata ha un solo padrone e gode della massima efficacia. I social contemporanei, quelli nostri, di oggi, sono strumenti di manipolazione, ma ancora sono plurali (o almeno più di uno), sebbene la forza delle correnti non sia equivalente. Nella marea di dati si trovano pesci anomali che talvolta sono più falsi del falso che vogliono smascherare. Talvolta, però, questi pesci portano un messaggio potente. Spariranno? È un momento difficile, ma non lo considero del tutto negativo.

I social hanno molti peccati, ma sono strumenti in grado di metterci in contatto con tante dimensioni e quello che, semmai, va sviluppato meglio, è il nostro muscolo cerebrale, la nostra capacità di analizzare e dubitare. L’idea sarebbe di non considerare mai nessuna informazione vera di default, con l’eccezione di quelle irrilevanti che non devono rubarci energie. Si può fare, con cognizione e misura, senza cadere nella paranoia. Ovvio, ma non facile. I social possono anche aiutare, se ben avvicinati.

Piuttosto mi dispero nel vedere lo spazio dato alla cattiveria e alla mediocrità morale, sia online che offline. Ho poche parole dolci per chi RUBA un parcheggio per disabili avendo il fondoschiena troppo pesante per camminare o per chi RUBA un posto in fila superandola tutta per poi inserirsi a rischio di sportellate per uscire dalla tangenziale prima di altri.

Sono piccole cose, ma rappresentano una forma di idiozia che si riflette anche sui social. E spesso l’immagine di tali pezzi guasti dell’umanità viene manipolata vestendola della sfolgorante aura dell’audace, del vittorioso, del corridore che andando più forte, sputando sulle regole ottiene di più. La verità è che tale soggetto è un perdente, perché allontana lo scopo ultimo della nostra (più che fortunata, potenzialmente) specie: la felicità universale.

Ecco che la realtà manipolata ci mostra un giardino in fiore (il vittorioso), laddove in verità abbiamo una rovina di terra marcia e maleodorante (il ladro di diritti).

L’accesso in mobilità è solo un’estensione, per adesso. Ma è la base tecnologica per la realtà aumentata. O manipolata!

Il casting

Passiamo a un tema più leggero: ho letto Orfani del Sole appassionandomi davvero molto e – come credo spesso accada – ho provato a dare un volto ai personaggi. Se dovessi scegliere un personaggio noto da far recitare nei panni dei tuoi personaggi, chi sceglieresti? (Ho scritto se dovessi? Beh, devi! 🙂 )

Sono ben felice che ti sia appassionato!

Viggo Mortensen per Orfani del Sole
Hugh: facile: che ne dici di Viggo Mortensen in versione The Road?
Tom Hanks per Orfani del Sole
Terrence: non facile… di fatto Terrence è un debole, un bastardo da poco, a mezzo servizio. Ma ha il coraggio della disperazione. Uomo di modeste qualità, alquanto ordinario. I suoi comportamenti peggiori derivano dalla paura e dal dolore, non dalla brama di potere. Non mi vengono in mente ruoli famosi con queste caratteristiche, di norma questi tizi sono comunque forti in qualcosa, per esempio fisicamente (Biff Tannen) oppure sono coraggiosi, ma corrotti (Cypher di Matrix), o ancora sono proprio cattivoni top o vice. Terrence non è niente di tutto questo. Secondo me per un ruolo così difficile ci vuole Tom Hanks.
Doug Hutchison per Orfani del Sole
Quem: il male personificato. Personaggio tutto sommato facile, potrei dire banale. Vuole il peggio ed ha il potere di attuarlo. Nessuna morale. Nessun tradimento alle spalle. Solo una persona che, uscita dalle catene di una vita ordinaria e poi dalla prigionia di una malattia assoluta, libera il suo animo corrotto al 100%. Mi viene in mente Jeff Fahey e il suo Giobbe nel film Il Tagliaerbe, alla fine ovviamente, ma come tratti somatici potrebbe non essere adatto. Allora direi lui, con il volto di Toshiro Mifune. Solo che Giobbe, come sappiamo, dimostra anche pietà, pure al suo apice. Quindi no, non è adatto. Che ne dici del Master Control Program? Troppo digitale… Facciamo così: la guardia abietta del Miglio Verde con i poteri di Giobbe e l’animo implacabile dell’MCP!
Melissa McCarthy per Orfani del Sole
Ursula: la brutta strega della favola, giusto? Corpo deformato dagli innesti, un passato famigliare di gloria offuscata da recuperare. Fame di denaro e potere, piuttosto usuale, ma con uno scopo. Forse (ed è un caso) ci vuole proprio un’altra Ursula… quella della Sirenetta! Che ha pure le gambe strane.
Stefania Rocca per Orfani del Sole
Ada: scelta durissima. Il personaggio è nato per celebrare la memoria di Ada Lovelace (è ovvio, per chi legge), ma le sue azioni sono senza dubbio scollegate dalla vita della nota signora dell’informatica antica. Ho subito pensato a Naima di Nirvana, interpretata dalla bravissima Stefania Rocca.

15 giorni

Ho scoperto che per scrivere Orfani del Sole hai impiegato solo 15 giorni, anzi: 15 notti! Che danni ha subito la tua memoria per riuscire in quest’impresa? 🙂 E quando invece hai tempo per lavorare con serenità, come funziona il tuo momento creativo? Quanto ti dedichi alla scrittura? C’è qualcosa del tuo essere scrittore che cambieresti o che ritieni non ancora maturo e da sviluppare? Esatto, quindici giorni. Mi perdonerai, quindi, qualche piccola svista… Scrivevo di notte, di domenica, la sera durante le trasferte di lavoro e nel resto del tempo pensavo alla trama. È stata una fulminazione. Una volta nella vita volevo provare questa esperienza. Ne sono uscito sfinito. Anzi, come si diceva a scuola dopo le gite, stanco, ma contento. Io sono uno scrittore indisciplinato. Niente ora quotidiana imposta, niente metodologia rigorosa. Sono capace di non scrivere per un mese (ma allora leggo molto) e poi esplodere e buttare giù pezzi, dialoghi, immagini. È un casino, richiede rivisitazioni e correzioni, devo spesso amalgamare il tutto dopo aver concluso un romanzo. Ma queste meteore creative, singolarmente, mi piacciono troppo per piegarle a una disciplina del prodotto editoriale progettato e confezionato. Io non progetto niente nel dettaglio. Sto però cercando di decidere prima almeno una traccia generale e un contenuto ipotetico dei capitoli, per dare al lettore qualcosa di più amichevole. Al momento io scrivo dieci racconti che poi vengono armonizzati in un romanzo. Sono il re delle trame parallele 😛 Cambierei questo aspetto, per concentrarmi di più su un filo conduttore e fare un favore a chi legge, inoltre ho tanto, ma proprio tanto da imparare in tema di costruzione dei personaggi. Sto studiando molti personaggi femminili, ancora non so rendere la differenza di sensibilità rispetto a quelli maschili. Insomma… non sono neanche al 20% di quello che vorrei essere.

Controdomanda

Ora fai tu una domanda all’intervistatore! Carissimo Andrea, mi piacerebbe che raccontassi una tua memoria speciale, naturalmente scelta tra quelle condivisibili, per dare valore ai ricordi. Ti faccio un esempio: io rammento bene i minuti che seguivano l’arrivo in Trentino, per andare dalla nonna, dopo essere stati per mesi a Bologna (dove mio padre lavorava e dove ho vissuto fino a pochi anni fa). Ricordo il profumo della cucina, la freschezza dell’abito a fiori della nonna, il suo abbraccio e il saluto, sempre quello: Ciao, beleza! Bene, cerco di mantenere il tema del viaggio: ricordo come se accadesse in questo momento quando, da bambino, si rientrava a ora tarda da una gita. Nel momento in cui l’auto si spegneva, mi risvegliavo dal torpore del viaggio e mi sembrava di trovarmi in uno stato sospeso, quasi etereo. Era un attimo breve ma intenso, in cui il confine tra sogno e realtà sembrava sfumare.

Contatti

Come ultima domanda ti chiedo di spiegarci come fare a seguirti per rimanere aggiornati sulle tue attività letterarie.

Mi presento spesso ai lettori, per esempio il 18 maggio li incontrerò alla Fiera del Libro di Torino alle ore 11 (evento sul sito della Fiera, cercate Tamanini), oppure a settembre a Modena, a ottobre a Baranzate e… chissà, forse a Trieste a novembre per il premio Mondofuturo? L’anno scorso ero là come finalista, ma no, non spero in altrettanta fortuna! Sui social mi trovate su Facebook con il mio nome e cognome dove pubblico spesso recensioni di libri (anche videorecensioni). Non dedico molto tempo alla promozione dei miei libri, preferisco leggere e scrivere di altre opere, ma chiaramente quando accade qualcosa lo diffondo!

Acquista Orfani del Sole

Un grazie a Federico che ha accettato di partecipare, e ora corriamo tutti a scoprire il mondo di Orfani del Sole cliccando siffatto pulsante!

Orfani del Sole di Federico Tamanini
25 aprile

25 aprile

Piuttosto che diventare un fascista, meglio essere un maiale

Per celebrare questa Festa della Liberazione desidero riportare un estratto della nota finale di un racconto che ho scritto recentemente, sul tema della resistenza:

La disobbedienza e la ribellione sono la struttura portante della resistenza; non si può essere tutti eroi o distinguersi per idee rivoluzionarie, ma tutti possiamo dire no davanti a un'ingiustizia - non importa se grande o piccola.
È doveroso sottolineare questa forma di resistenza, perché anche cambiare se stessi è spesso un'impresa.

Spine, di Franci Conforti

Spine, di Franci Conforti

L'inizio di Spine di Franci Conforti si rivela indubbiamente affascinante, in particolare per la vivida e originale ambientazione terrestre, dove le abitazioni si fondono con la natura in imponenti bioalberi, un concetto che cattura immediatamente l'immaginazione.

Poi, però, con l'arrivo di Ellie e Joe a Quercal - la prima grande arbopoli che incontrano nel loro percorso - la narrazione sembra perdere il suo mordente iniziale, lasciando spazio a divagazioni introspettive della protagonista, intervallate da parentesi sdolcinate ed elucubrazioni al limite del paranoico, che contribuiscono ad appesantire il ritmo.

La trama si fa progressivamente più ingarbugliata, con una ricostruzione degli eventi pregressi che manca di chiarezza, e un complotto di fondo che rimane nebuloso, per quanto concerne i mandanti, le ragioni del suo fallimento e la sua effettiva portata.

Spine Franci Conforti: copertina

La trama

Il romanzo fantascientifico Spine segue le vicende di Ellie Sa, una nativa di Probe che si ritrova coinvolta in attività illegali a seguito di un incontro con un biomico di nome Aki-craall. Questa situazione la porta sulla Terra, in una riserva, dove incontra Joe, un ex agente con un passato complicato, e Ivan. I tre si ritrovano in fuga, braccati da un'organizzazione chiamata La Spina.

Durante la loro fuga, Ellie viene a conoscenza della difficile condizione degli animar, animali geneticamente modificati, e si impegna per i loro diritti, collaborando con Eridiana, proprietaria di un'emittente interplanetaria chiamata Jamesho River. Un elemento centrale della trama sembra essere un cucciolo speciale in grado di riprodursi, molto ambito e al centro di oscuri interessi.

Parallelamente, emerge il passato di Joe, legato a un pericoloso criminale di nome Evan, alias Krom-van, e a un commissario di polizia, Gondo. Mentre Ellie cerca di sopravvivere e comprendere il mistero che la circonda, svelando progressivamente la posta in gioco che sembra legata a una noce di memoria contenente dati sensibili, la storia si sviluppa tra la fuga dai loro persecutori, il tentativo di aiutare gli animar e la resa dei conti con il passato di Joe.

Le forme di vita (biologiche e sintetiche)

In Spine sono presenti diverse forme di vita, sia biologiche che sintetiche. Da un certo punto in poi ho cercato di appuntarmele, indicandone le caratteristiche, ma è stato comunque difficile mantenere sia un flusso di lettura continuo, sia un senso di meraviglia.

Forme di vita biologiche:

  • Umani: l'umanità è descritta come allargata e prospera: esistono infatti diverse categorie di umani:
    • Evoluti: esseri umani geneticamente modificati per migliorare le prestazioni in certi ruoli o ambienti. Alcuni esempi includono:
      • Mental: evoluti con particolari capacità mentali. Sono descritti come aventi morale adamantina.
      • Platonici: evoluti con un tipo di pensiero introspettivo e orientato alla comprensione profonda.
      • Alati: evoluti con caratteristiche che suggeriscono - ma non chiariscono - la capacità di volare.
      • Spaziali: evoluti adatti alla vita nello spazio.
      • Angelici: un'altra categoria di evoluti dalle caratteristiche non meglio definite.
    • Nativi: esseri umani originari, nati in colonie spaziali o sulla Terra senza modifiche genetiche. Vivono anche in riserve e non indossano lo sten. I nativi selvatici sono rari nello spazio.
    • Umani modificati in generale: umani più o meno modificati al di fuori delle categorie specifiche.
  • Animar: animali geneticamente modificati che lavorano per l'umanità. Alcuni esempi:
    • Koalar: simili a koala, addestrati per mansioni di volo.
    • Zebrar: simili a zebre, usati per consegne e pulizia.
    • Gazzer: simile a gazze, usate per consegne aeree.
    • Capibarar: simili a capibara, oggetto di esperimenti.
    • Rondonir: simili a rondoni, usati per esibizioni.
    • Corvir: simili a corvi.
    • Lupor: simili a lupi.
    • Canir: simili a cani.
    • Procionir: simili a procioni.
    • Asinellir: simili ad asini.
    • Conigli nativi: non modificati, allevati per essere mangiati.
  • Piante senzienti e paraintelligenti:
    • Arbopoli senzienti: città formate da alberi senzienti.
    • Bioalberi chimerici: alberi paraintelligenti trasformabili, produttori di biocase.
    • Biobolle: senzienti e paraintelligenti, usate come abitazioni su Probe.
    • Bioboschi: ex città di pietra trasformate, con edifici nei tronchi.
    • Biotorri ascensionali: usate come ascensori.
    • Biobar: bar biologico.
    • Biocondominio: condominio biologico.
    • Alberouncino: albero nero spinoso.
    • Alberosonante: albero dorato dove vengono appesi gli ingaggi.
    • Alberomaestro: comanda l'intera Spina.
    • Baobab chimerico (Primacasa): abitazione e centro, capostipite delle arbopoli, definito antico leviatano.
  • Mammiferi
  • Uccelli
  • Insetti
  • Piante
  • Funghi

Forme di vita sintetiche

  • Biomici: oggetti biologici artificiali utilizzati per gestire servizi. Alcuni sono biomici monoidentitari a sviluppo paranaturale chiamati animatzu. Sviluppati dalla Yhun-a, sono privi di controllo centrale e dotati di una sola identità, progettati per migliorare l'efficienza e la qualità di vita degli animar. Inizialmente vietati, sono poi approvati con restrizioni. Gli animatzu funzionali potrebbero rivelare che le emozioni sono la matrice del pensiero e mettere in discussione la semplificazione emotiva degli animar e l'ascesa delle emozioni a puro pensiero degli evoluti.
  • Friendz: tecnologia del futuro, più economica, efficiente e autonoma rispetto agli animar. Sono controllati e aggiornati da remoto.
  • Bioggetti pensanti: oggetti creati dai bioingegneri e accresciuti dagli alberi-padre, partendo da materia inerte assemblata tramite matrici biomagnetiche e stampanti quadridimensionali. La chinet era un'antica rete terrestre che collegava i bioggetti.
  • Biocase: case prodotte dalla crescita dei bioalberi.
  • Biomante: veicoli volanti biologici a forma di aquiloni.
  • Digitus: appendici simili a tentacoli di anemoni, usate per interagire con i sistemi biomedici.
  • Avatar: rappresentazioni virtuali degli individui nel sistema della Spina.
  • Simulatore: dispositivo per realtà virtuale o analisi complesse. Un esempio è René, estensione di un biosatellite pensante.
  • Biomica in generale: tecnologia che ha portato alla fine dell'industria pesante.
  • Biosiringa: una siringa viva contenente un liquido nero, con caratteristiche simili a un lumacone, una medusa e un polpo.

Lo Sten

Lo sten è un acronimo che sta per sostegno emozionale per nativi (sic). Viene descritto come un semibiomico metallorganico a fusione epidermica che, il più delle volte, ha l'aspetto di un bracciale. È un oggetto parzialmente vivo e la sua funzione principale è quella di contenere il sistema emotivo di chi lo indossa.

Si tratta di un dispositivo cruciale nella storia, in quanto influenza profondamente la capacità dei personaggi di gestire le proprie emozioni, evidenzia differenze sociali e culturali tra vari ambienti, e gioca un ruolo significativo in diversi ambiti:

  • Regolazione emotiva: lo sten agisce come un contenitore per le emozioni. Ellie si sente turbata quando le viene tolto, indicando una dipendenza o una forte utilità nel controllare le sue reazioni emotive. Senza lo sten, gli stati d'animo diventano più evidenti, e il controllo delle emozioni richiede molta energia mentale, potenzialmente portando ad azioni non deliberate.
  • Differenze culturali e sociali: l'uso dello sten sembra essere diffuso tra i nativi su Probe, ma non è una pratica comune altrove. Ad esempio, sembra che nessuno a Tempradura lo indossi. Ivan lo porta di nascosto nella riserva, dove è vietato, suggerendo che il suo utilizzo può essere regolamentato o malvisto in certi contesti.
  • Stabilità emotiva: chi indossa lo sten appare più stabile emotivamente. Ivan, che lo porta nascosto, viene descritto come più stabile di Joe, che non ne ha uno.
  • Confronto tra personaggi: la presenza o l'assenza dello sten evidenzia le differenze tra i personaggi nel modo in cui gestiscono le proprie emozioni. Joe non usa lo sten e non ne conosce nemmeno l'effetto, e il suo comportamento impulsivo potrebbe essere collegato a questa mancanza.
  • Impatto sulle esperienze: l'assenza dello sten può rendere le esperienze più intense e difficili da gestire. Ellie rimpiange di non averlo avuto durante un'esperienza stressante in un portale virtuale. Al contrario, quando lo indossa, nota che la sua voce non trema in una situazione di pericolo.
  • Barriera o connessione: in un momento di difficoltà per Joe, Ellie gli offre il suo sten, ma poi lo riprende perché non vuole che ci sia una barriera tra loro, suggerendo che lo sten può anche creare una distanza emotiva.
  • Controllo e manipolazione: il fatto che qualcuno possa togliere lo sten a un'altra persona o ordinarne lo spegnimento implica che potrebbe esserci un controllo esterno o sociale sul suo utilizzo.
  • Simbolo di identità: essendo specifico per i nativi, lo sten potrebbe anche essere un simbolo della loro identità culturale o della loro condizione.

Citazioni da Spine di Franci Conforti

Pagina 21 | posizione 216-216
se volevo rilassarmi, avevano una cosa che chiamavano televisione. Si guardava e basta.
Pagina 51 | posizione 576-578
Faceva sera e restai a fissare ammutolita il primo tramonto rosso della mia vita. Essere dentro a quel cielo era molto diverso che guardarlo in una registrazione. Io, Joe e tutto quanto ne facevamo parte. Eravamo tramonto mentre il buio e il fresco dell’arco notturno ci risalivano lungo la schiena.
Pagina 69 | posizione 787-787
Immaginai che sottoterra fosse il modo terrestre per dire “in braccio al vuoto”.
Pagina 72 | posizione 818-818
Il mare non è tanta acqua salata, è una presenza.
Pagina 84 | posizione 971-973
Giravano bastoncini marroni che chiamavano sigari e antichi alcolici terrestri dai nomi esotici: amaro, arquebuse, genepì, grappa. Li assaggiai e mi lasciarono un languore caldo che girava per il corpo aiutando la gravità terrestre a tagliarmi le gambe e offuscarmi la testa.
Pagina 88 | posizione 1016-1017
Annuii di nuovo e ci salutammo sapendo che ci saremmo potute rivedere dopo poche ore, oppure mai.
Pagina 89 | posizione 1021-1021
Non mi piaceva quel silenzio che riusciva a coprire il rumore delle onde e le sferzate del vento.
Pagina 90 | posizione 1034-1035
La capillarità della rete è una figata solo se non devi scappare.
Pagina 100 | posizione 1145-1146
c’era un sacco di roba da ricordare e c’erano molti se-allora.
Pagina 177 | posizione 2052-2052
«Smettila, Ellie.» «Se mi dai una spiegazione logica.» «Sono cazzi miei» fu la risposta logica.
Pagina 218 | posizione 2550-2551
La cosa più difficile fu la selezione musicale. Agli animar piaceva la robetta orecchiabile, cioè i motivetti su cui Eridiana sputava da sempre. La musica del nemico, la chiamava.
Pagina 237 | posizione 2771-2772
«Nello spazio non abbiamo tombe, guardiamo il buio e il vuoto, e se ci danno il permesso di spegnere lo sten, piangiamo
Pagina 237 | posizione 2782-2783
«Tu sei il nuovo sciamano» disse una piccola volper. «Sono un poliziotto.» «Sei l’odore che sei.
Pagina 240 | posizione 2814-2815
sapeva che nessuno può battere la capacità che hanno gli umani d’infliggere dolore.
Pagina 274 | posizione 3219-3220
ecco a cosa servono le emozioni, a rendere veri o falsi pensieri che, altrimenti, possono essere solo giusti o sbagliati.

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Spine di Franci Conforti

Immergiti nel ricchissimo universo di Spine; Franci Conforti ti condurrà in un futuro denso di interrogativi su animar, biomici, bioalberi, arbopoli senzienti ecc. Tieni a portata di mano questo articolo per godere di una lettura fluida e per cogliere appieno la complessità di questa storia, come fosse una guida per affrontare le spine narrative meglio di quanto abbia fatto io!

Il parallelismo tra Pelicula e i Partigiani nella Lotta contro l’Oppressione

Il parallelismo tra Pelicula e i Partigiani nella Lotta contro l’Oppressione

In Pelicula si può notare uno stretto parallelismo tra i suoi protagonisti e i partigiani della Seconda Guerra Mondiale, in quanto entrambi rappresentano figure che contestano attivamente il potere costituito. Questa analogia non è casuale, ma è intesa a sottolineare la natura della loro lotta e la percezione che si ha di loro a seconda della prospettiva.

Terroristi o liberatori: una questione di prospettiva

Nel mondo distopico di Pelicula, Indra, Lango e gli altri compari sono chiamati dal sistema terroristi. Questa etichetta riflette il punto di vista del potere dominante, che vede nelle loro azioni una minaccia alla stabilità e all'ordine.

In loro ruolo in realtà merita una lettura più approfondita e complessa, accostandoli ad esempio a figure storiche che in passato hanno realmente lottato un regime oppressivo.

Anche i partigiani della Seconda Guerra Mondiale erano considerati terroristi dal regime nazifascista contro cui combattevano; la loro resistenza armata, vista come un atto di liberazione da una parte, era bollata come criminale e terroristica dall'altra.

Allo stesso modo, le azioni di Indra e Lango mirano a scardinare un sistema che, sebbene presenti una facciata di apparente felicità e benessere, si fonda sulla soppressione della libertà individuale.

Punti chiave del parallelismo

La scelta di collegare i protagonisti di Pelicula e i partigiani evidenzia alcuni punti chiave:

La relatività dell'etichetta terrorista

Questo romanzo distopico sottolinea come la definizione di terrorista dipenda dalla prospettiva di chi detiene il potere.

Chi si ribella a un sistema oppressivo può essere visto come un liberatore da coloro che condividono la sua causa, ma come un terrorista da chi beneficia del mantenimento di tale sistema. È doverosa una riflessione critica sul significato stesso del termine e sul suo utilizzo per delegittimare le forme di resistenza.

La natura della contestazione

Sia i partigiani che Indra e Lango, agiscono in risposta a una condizione intollerabile e privativa di libertà fondamentali. La loro lotta è una reazione a un potere che considerano illegittimo o dannoso per la popolazione. Le loro azioni, sebbene potenzialmente violente o destabilizzanti, sono motivate da un desiderio di cambiamento radicale e dalla convinzione di agire per un bene superiore.

Il coraggio della ribellione

Entrambe le figure, i partigiani storici e i protagonisti di Pelicula, incarnano il coraggio di opporsi a forze soverchianti, mettendo a rischio la vita per perseguire i propri ideali. La loro scelta di contestare il potere non è priva di conseguenze personali e sociali, ma è vista come necessaria per smuovere una situazione di stallo o di oppressione.

La messa in discussione dell'informazione

Il romanzo mette l'accento sul fatto che l'informazione vada stimolata, e che si debba mettere in discussione ciò che viene presentato come verità.

Questo è un tratto comune sia alla lotta partigiana, che cercava di smascherare la propaganda del regime, sia alle azioni di Indra e Lango, che mirano a rivelare la verità nascosta dietro l'apparente benessere del loro mondo.

La chiave di lettura

Il parallelismo tra Pelicula e i partigiani della Seconda Guerra Mondiale fornisce una chiave di lettura per comprendere la loro motivazione e il loro ruolo all'interno della narrazione.

Si tratta di figure che, di fronte a un potere percepito come oppressivo, scelgono la via della contestazione, anche a costo di essere etichettate negativamente da chi tale potere lo esercita, di modo da sollevare questioni sulla natura della resistenza, della libertà e della percezione del nemico.

Leggi Pelicula

Questo parallelismo ti ha colpito? Sei incuriosito dai possibili risvolti della storia di Indra, Lango e gli altri?
Scopri di più visitando la pagina dedicata a questo romanzo distopico, dove potrai:

  • Leggere una presentazione dettagliata
  • Scoprire che cosa ne pensano gli altri lettori attraverso i loro commenti e recensioni
  • Acquistare la tua copia e vivere in prima persona le emozioni, i pericoli e le scelte dei protagonisti

Non perdere l'occasione di entrare nel vivo dell'azione e di sostenere l'autore, acquistando il romanzo che ha dato vita a questo mondo affascinante e inquietante!

Pelicula, di Andrea Cabassi
Rubare al cielo, di Emanuela Rosso

Rubare al cielo, di Emanuela Rosso

Recentemente ho letto Rubare al cielo, il romanzo fantascientifico femminista di Emanuela Rosso.

Il romanzo si apre con Andromeda, una giovane donna abile nell'hacking, che si trova coinvolta in un'azione rischiosa per registrare una conversazione tra lo scienziato Eric Lawford e un'agente non identificata. Questo la mette subito nei guai, con l'agente che la minaccia con un'arma per aver rubato file protetti da segreto di stato, apparentemente riguardanti l'esistenza di una presenza aliena sulla Terra. Andromeda dimostra astuzia e risorse inaspettate, riuscendo a ribaltare la situazione utilizzando un jammer per le comunicazioni.

Parallelamente, Rubare al cielo introduce Ivory Lawford, la figlia dello scienziato Eric Lawford. Il suo rapporto con il padre è teso, segnato dalla perdita di una sorella a causa di una terapia sperimentale da lui promossa. Ivory assiste a una conferenza del padre alla BioShell, un'azienda biotecnologica, e il loro confronto rivela un profondo risentimento. Successivamente, Ivory viene avvicinata da Andromeda, che le mostra delle riprese video che la sconvolgono e la spingono a mettere in discussione le attività del padre.

Un altro punto di vista è quello di Aria Hevans, una giovane con un disturbo schizotipico di personalità e un tentativo di suicidio alle spalle. Aria sembra vivere ai margini, desiderosa di cambiare la propria vita. Un incontro inaspettato con Andromeda la introduce a un mondo di segreti e rivelazioni, inclusa la possibilità di un coinvolgimento della CIA.

Le vite di queste tre protagoniste si intrecciano attorno a un segreto che il governo sta cercando di nascondere, legato alla BioShell e a una misteriosa entità caduta dal cielo. La narrazione è guidata dalla ricerca della verità, dalle azioni di disobbedienza e dalla formazione di un'alleanza femminile che include anche un'intelligenza artificiale di nome Nexilia, che gestisce la BioShell.

Rubare al cielo: pro e contro

Con Rubare al cielo mi sono trovato di fronte a un libro che mi ha impressionato sotto diversi aspetti, sia in modo positivo che negativo. Iniziamo con ciò che mi è piaciuto:

  • Presenta una struttura avvincente, caratterizzata da continui cambi del punto di vista.
  • Nonostante la suddivisione in brevi capitoli, mantiene una narrazione fluida e ininterrotta.
  • Il ritmo è dinamico, con cambi di scena particolarmente efficaci.

Ecco invece che cosa ho apprezzato meno (spoiler):

  • Alieni umani? Avrei gradito uno straccio di spiegazione.
  • Un lietofine troppo zuccheroso e retorico per i miei gusti.
  • Certi dialoghi un po' troppo tra l'ingenuo e il forzato.
Rubare al cielo

Citazioni da Rubare al cielo

E ora… spazio alle citazioni!

Pagina 30 | posizione 430-431

Clonazione, ibridazione, alterazione del genoma umano, sono solo alcuni dei grandi tabù che crolleranno. Mi piace pensare che sulla Terra esiste un luogo dove poter giocare a essere dio

Pagina 38 | posizione 544-546

Soltanto il pianeta poteva definirsi reale, le nazioni invece pura invenzione umana, e su tale ideazione si erano istituite leggi arbitrarie e punizioni per chi le violava

Pagina 55 | posizione 791-792

Penso che diventare genitori è una scelta, e se non capisci che i figli sono una scatola chiusa il cui contenuto va accettato a prescindere, forse faresti meglio a non procreare

Pagina 60 | posizione 869-870

lontano dalla gente non si corrono pericoli

Pagina 74 | posizione 1096-1096

Dopo un fallimento non segue la rassegnazione, ma la perseveranza

Pagina 127 | posizione 1896-1897

Se le intelligenze artificiali potessero mentire il mondo sarebbe finito da un pezzo

Pagina 134 | posizione 2013-2015

Entrai dalla finestra del bagno, sperando che l’allarme fosse disattivato, e di fatto lo era. Mia zia sosteneva che il fucile carico che teneva sotto il letto fosse un deterrente più che efficace, e per questo raccontava a tutti di possederlo

Pagina 207 | posizione 3234-3235

Io mi occupo di scienza, e la scienza è a servizio dell’umanità, non il contrario

Il romanzo fantascientifico femminista

Per chiudere, vorrei solo fare una breve riflessione sul concetto di romanzo femminista. Inizierei con una definizione - che non fa mai male. Facendo copia/incolla da varie fonti, questa è quella che secondo me calza meglio:

Un romanzo femminista è un'opera narrativa che mette in luce le ingiustizie e le disuguaglianze vissute dalle donne nella società. Spesso presenta protagoniste femminili forti e indipendenti che sfidano le convenzioni sociali e lottano per l'emancipazione e l'uguaglianza.

Credo che questo vada oltre a dare a ogni personaggio maschile la spina dorsale di una larva. Ma al di là di questa e di poche altre stonature, Rubare al cielo è stata una lettura molto piacevole, un romanzo di fantascienza dinamico ma al contempo ricco di riflessioni introspettive. La sua struttura coinvolgente e il ritmo serrato tengono incollati alle pagine, e il suo messaggio è positivo e condivisibile, di più: universale.

Acquista Rubare al cielo

Immergiti in Rubare al cielo, un romanzo che esplora un futuro in cui le donne sono protagoniste. La scrittura accattivante di Emanuela Rosso ti trascinerà in una storia piena di azione e mistero. Scopri la storia di Andromeda, Aria, Ivory e Omega: Acquista subito Rubare al cielo, il futuro è donna!

L’Indice Tnarisc del Romanzo Distopico applicato a Pelicula

L’Indice Tnarisc del Romanzo Distopico applicato a Pelicula

Nel mio articolo Romanzo distopico: un monito su chi potremmo diventare ho ipotizzato l'Indice Tnarisc, basato sulle 7 caratteristiche fondamentali della narrativa distopica (ancora una volta ipotizzate da me) per capire in che modo classificare un romanzo come distopico (ovviamente è un gioco, ma non dirlo in giro).

Pelicula ha totalizzato una potenza distopica (definizione appena inventata e che mai più userò) pari a 🟢🟢🟢🔴🟢🟢🟢, che tuttosommato è un bel punteggione. Sono stato troppo indulgente verso il mio lavoro? Proviamo ad analizzare insieme le sette componenti e vediamo se davvero sono stato di manica larga: per ognuna di esse ho riportato la definizione estesa e la sua declinazione nel romanzo!

Indice Tnarisc su Pelicula

Società tecnologica 🟢

La storia è ambientata in un futuro più o meno lontano in cui la società è diventata un luogo irreparabilmente corrotto, oppressivo e in cui la tecnologia gioca solitamente un ruolo importante, poiché viene utilizzata dall'autorità per controllare e sorvegliare i cittadini.

Il romanzo è ambientato nel XXII secolo, dove una tecnologia chiamata Pelicula permea la vita quotidiana di ognuno. Questa è descritta come una gabbia tenuta ben chiusa dall’interno, proprio da chi v’è rinchiuso, un sistema che traccia tutta la vita di chi la ospita. Questo controllo si manifesta nella sorveglianza costante da parte del governo, che utilizza questo sistema per controllare il mercato, le risorse e l’opinione pubblica. La censura è un altro aspetto fondamentale del controllo autoritario, con un ufficio dedicato alla gestione della censura per agenti speciali di polizia, permettendo loro di agire al di là della legalità.

Distacco dalla natura 🟢

In questa società tecnologica il genere umano ha subito un forte allontanamento dalla visione naturalistica del mondo. La natura è guardata con ostilità, come qualcosa da cui difendersi o una stravaganza da ricchi eccentrici. Gli animali sono rari, se non negli zoo e il banale collegamento fra cibo e natura è completamente assente.

Il mondo di Pelicula è prevalentemente urbano, con la natura relegata a parchi spogli o vista come una zona ostile e pericolosa al di fuori delle città, abitata da predoni in discariche abbandonate. La familiarità con i processi naturali, come il legame tra cibo e ambiente, sembra perduta.

Controllo autoritario 🟢

La società distopica è governata da un'autorità totalitaria e oppressiva, che controlla ogni aspetto della vita dei suoi cittadini.

Pelicula è una tecnologia basata su bionanotecnologie, ed è utilizzata come strumento di controllo autoritario capillare, esercitato da governanti corrotti e interessati al mantenimento dell'ordine, più che al vero benessere dei cittadini. Questo controllo si estende alla gestione dell'informazione e della verità, con un mercato nero di notizie classificate e una censura mirata a proteggere gli interessi del potere.

Sovrappopolazione e carenza di risorse 🔴

Nei mondi distopici la società spesso è un ambiente pericoloso e ostile, la popolazione degli esseri umani ha raggiunto cifre da capogiro e di conseguenza le risorse sono scarse e la sopravvivenza difficile.

Questo aspetto non è un fattore presente nella distopia di Pelicula. Sebbene vi siano accenni a un mondo esterno pericoloso, la narrazione si concentra sul controllo interno e sulla perdita di libertà in un contesto di apparente benessere materiale nel mondo che conta.

Perdita di individualismo 🟢

La distopia tratta della messa al bando di individualismo e libero arbitrio a favore della collettività, la rigida suddivisione della popolazione in classi sociali - ognuna con i propri privilegi - e l'omologazione della cultura (verso il basso, solitamente).

La creazione di una coscienza comune induce una società a diventare passiva e conformista, dove la paura di sbagliare e di essere sorvegliati sopprime l'iniziativa personale e l'innovazione. In Pelicula l'umanità ha rinunciato alla responsabilità individuale in cambio di una presunta sicurezza, portando a un'omologazione culturale.

Critica sociale 🟢

Un romanzo distopico molte volte riflette le preoccupazioni e le paure della società in cui è stato scritto, criticando aspetti della società contemporanea. Probabilmente questa è la caratteristica più rilevante!

Il romanzo funge sicuramente da critica sociale, riflettendo preoccupazioni sul controllo tecnologico, la passività civile, la corruzione governativa e la perdita di libertà individuale presenti anche nella società contemporanea. L'illusione di libertà e felicità in un sistema di controllo invisibile è un tema centrale.

Ricerca del cambiamento 🟢

I protagonisti dei romanzi distopici sovente cercano di sfidare l'autorità e di creare un cambiamento positivo nella società. (fattore molto presente)

L'opera presenta una forte ricerca del cambiamento. Figure come Lango, Indra e Haruki Araki emergono come ribelli che contestano l'autorità di Pelicula e lottano per la verità e la libertà. L'immunità di Indra a Pelicula la rende un simbolo di speranza e una potenziale chiave per sovvertire il sistema oppressivo.

Leggi Pelicula

L'Indice Tnarisc ti sembra un colpo di genio inimitabile? Qualcosa di meno? In ogni caso, leggere Pelicula è sempre una buona idea!
Scopri di più visitando la pagina di Pelicula, dove potrai:

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Non perdere l'occasione di entrare nel vivo dell'azione e di sostenere l'autore, acquistando il romanzo che ha dato vita a questo mondo affascinante e inquietante!

Pelicula, di Andrea Cabassi

Il Magazzino dei Mondi 5, pause/still

Il Magazzino dei Mondi 5, pause/still

Ma come, ha appena compiuto un anno e già chiude? No! Non è che chiude... si prende... ehm... una pausa. Ecco. Dai, incrociamo i diti e speriamo che il vento cambi alla svelta.

Al di là di questo genere di riflessioni, però, abbiamo fra le mani un volume bello ciccioloso da un botto e mezzo di pagine, pieno di racconti brevi e lunghi di fantascienza italiana originali, vari, belli, che vi emozioneranno, vi faranno riflettere, vi faranno ridere, vi faranno piangere, alcuni magari vi lasceranno indifferente, ma che vi assicuro mai vi faranno credere di star leggendo un prodotto amatoriale!

Basta, ho detto pure troppo; andiamo subito a curiosare in questo Il Magazzino dei Mondi 5!

Il Magazzino dei Mondi 5

Il contenuto de Il Magazzino dei Mondi 5

Informazioni su Il Magazzino dei Mondi 5
L'indice de Il Magazzino dei Mondi 5

I racconti

I racconti di questo numero sono tanti, tanti, tanti! Ben venti racconti di fantascienza! Per avere un termine di paragine, sul numero 4 ne sono stati pubblicati otto. E non ho contato i drabble (i brevi racconti da 100 caratteri), e un pezzo è praticamente un romanzo breve, e c'è anche un racconto bonus nei saluti finali. Insomma: sono tanti.

Come da tradizione millenaria, ho appuntato a caldo le mie impressioni del momento, non valutazioni, solo quello che m'è passato per la mente in quell'istante. Nessuno deve sentirsi giudicato, se invece - come è successo per alcuni dei numeri scorsi - qualcuno avesse intenzione di dirmi che cosa posso o non posso fare sul mio sito, ecco quanto prenderò in considerazione le sue parole → { }

Il lungo cammino, di Margherita Tramontano

Il lungo cammino, di Margherita Tramontano

Un racconto esteso, come da titolo. Di solito non apprezzo questo formato, e in effetti credo che qualche taglio avrebbe giovato. Tuttavia, il lavoro di Margherita è notevole: l'inizio è promettente e la narrazione riesce a coinvolgere, sebbene alcuni passaggi risultino un po' lenti. Il mistero attorno a cui ruota la trama non trova una spiegazione del tutto soddisfacente, ma nel complesso l'ho molto apprezzato!

Illustrazione di AI.

Lettera dalla signoria, di Massimo Ferri

Un brevissimo racconto umoristico sul viaggio nel tempo.

Illustrazione di AI.

Lettera dalla signoria, di Massimo Ferri
Businessmen dallo spazio, di Andrea Cabassi

Businessmen dallo spazio, di Andrea Cabassi

Ho già parlato di Businessmen dallo spazio in questo articolo, corri a vedere!

Illustrazione di Andrea Cabassi.

La soluzione di Susanna, di Carlo Menzinger di Preussenthal

Un'altra storia divertente e autoironica, che mi ha incuriosito anche per un motivo personale: anch'io ho scritto un racconto con premesse molto simili.

Illustrazione di Laura Sperandio.

La soluzione di Susanna, di Carlo Menzinger di Preussenthal
Melody 2070, di Franca Marsala

Melody 2070, di Franca Marsala

Trama poco chiara, con premesse poco solide che usa in modo equivoco le leggi della robotica di Asimov (non mi è piaciuto).

Illustrazione di Laura Sperandio.

Una voce fra le stelle, di Emiliano Federico Caruso

Ben scritto e con una struttura interessante, combina in modo efficace diversi elementi. Il finale, però, mi ha lasciato un po’ l’amaro in bocca.

Illustrazione di AI.

Una voce fra le stelle, di Emiliano Federico Caruso
Pagina bianca, di Francesco Cotrona

Pagina bianca, di Francesco Cotrona

Racconto coinvolgente, che si ricollega a Sarà per la prossima volta, pubblicato sul numero 2. Ritroviamo i moebiani e ci viene detto che... succederà ancora (PS: io scrivo a penna).

Illustrazione di Emilio De Rosa.

Al di là dei tre mari, di Gianandrea Frighetto

Storia affascinante, che inizialmente sembra ostica per via di alcuni tecnicismi, ma poi si fa coinvolgente. Peccato che il riferimento del titolo venga solo accennato e non spiegato a dovere.

Illustrazione di Emilio de Rosa.

Al di là dei tre mari, di Gianandrea Frighetto
I veri mostri, di Cloe Maria Segat

I veri mostri, di Cloe Maria Segat

Pezzo poco ispirato che non riesce a lasciare il segno. Gli errori nel finale non aiutano.

Illustrazione di AI.

Learcò, di Gino A. Carosini

Un racconto intenso ed energico, dal finale (forse) criptico.

Illustrazione di AI.

Learcò, di Gino A. Carosini
A rapporto con l’eternità, di Erica Tabacco

A rapporto con l’eternità, di Erica Tabacco

Molto avvincente e ben narrato. Gli unici punti deboli sono alcuni dialoghi poco naturali e i riferimenti alle leggi della robotica di Asimov, che oggi risultano un po' datati (e mi dispiace ammetterlo).

Illustrazione di AI.

Sam, di Giovanni Oro

Storia coinvolgente con un buon colpo di scena finale. Peccato per alcune imprecisioni tecniche e un eccesso di spiegazioni superflue.

Illustrazione di Emilio de Rosa.

Sam, di Giovanni Oro
L’anomalia, di Micro Goldoni

L’anomalia, di Micro Goldoni

L’idea di partenza è intrigante e ben sviluppata, ma il finale sembra contraddire una delle premesse iniziali, lasciando qualche perplessità.

Illustrazione di AI.

Una famiglia, di Patrizio Frosini

Breve racconto dal prologo enigmatico, che lascia intuire qualcosa solo sul finale, senza approfondire troppo.

Illustrazione di AI.

Una famiglia, di Patrizio Frosini
La cura, di Stefano Machera

La cura, di Stefano Machera

Una storia inquietante e concisa, che pur nella sua tragica conclusione riesce anche a rubare un sorriso.

Illustrazione di AI.

Fiat voluntas tua, di Christian Maria Fedele

Alcuni dettagli mi hanno fatto storcere il naso, ma nel complesso l’ho trovato davvero interessante.

Illustrazione di Christian M. Fedele.

Fiat voluntas tua, di Christian Maria Fedele
Infernurano, di Francesco Marrelli

Infernurano, di Francesco Marrelli

Molto ben costruito e suggestivo. Per un attimo ho temuto che un eccesso di spiegazioni potesse spezzare l’atmosfera, ma fortunatamente non è successo.

Illustrazione di Laura Sperandio.

Quattro eppure uno, di Angelo Frascella

Un racconto affascinante su creatori di universi alle prese con un dilemma profondamente umano, mentre il caos ci mette lo zampino per rendere tutto più imprevedibile.

Illustrazione di Emilio de Rosa.

Quattro eppure uno, di Angelo Frascella
Ciò che è profondo, di Paolo Secondini

Ciò che è profondo, di Paolo Secondini

Mi è parso poco convincente, a partire dall’uso delle impronte digitali come sistema di sicurezza, fino a un finale troppo prevedibile.

Illustrazione di AI.

Il reparto redazionale

Il reparto redazionale de Il Magazzino dei Mondi 5 è anch'esso molto voluminoso, pur non ospitando un gran numero di articoli, ma, anche per questo, valgono le stesse considerazioni fatte per i numeri precedenti.

Posta Galattica
Il Magazzino dei Mondi 5

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See you, space cowboy...!

Quando i confini svaniscono: le contaminazioni di genere in Pelicula

Quando i confini svaniscono: le contaminazioni di genere in Pelicula

Continua il viaggio di #marzoMarziano, e oggi voglio addentrarmi in un aspetto che ritengo fondamentale per l'identità del mio romanzo: le contaminazioni di genere in Pelicula.

Come molti dei miei lavori, fin dalla sua concezione non è mai stato pensato per incasellarsi in una singola etichetta; l'ambizione era quella di creare un racconto sfaccettato, che attingesse con massima libertà da tutto ciò che mi piacesse, creando un tessuto narratico che - spero - risulta al contempo coerente e sorprendente.

Non voglio dire di aver seguito una ricetta letteraria prendendo consciamente un po' da questo e un po' dall'altro genere, è successo in modo del tutto naturale. Proviamo a vedere che cosa ne è uscito!

La fantascienza distopica come ossatura

Il pilastro portante di Pelicula poggia indubbiamente sulla fantascienza distopica. Il romanzo immagina un futuro non troppo lontano dove una bio nano tecnologia onnipresente sorveglia e influenza la coscienza collettiva. Questo scenario, di per sé, getta le basi per un'esplorazione delle dinamiche di potere, del controllo sociale e della sottile linea che separa la sicurezza dalla prigionia.

Il controllo governativo dall'interno che rende obsoleti i sistemi di sorveglianza esterni, e l'autocensura delle persone sono pennellate che definiscono questo sfondo fantascientifico con tinte marcatamente distopiche.

La sensazione che la gente si creda libera ma sia in realtà manipolata, e che il progresso sia servito solo a inasprire i controlli, sono temi classici del genere distopico che permeano l'intera narrazione.

L'incalzare di azione e thriller

Su quest'ossatura fantascientifica, ho inserito la dinamicità e la tensione tipiche del genere azione e thriller. La fuga di Lango fin dalle prime pagine, le operazioni clandestine come il tentativo di eliminare Munpete, gli inseguimenti mozzafiato, le schermaglie con le forze dell'ordine e i predoni contribuiscono a creare un ritmo narrativo serrato e a mantenere alta la suspense. Questi elementi di azione non sono fini a sé stessi, ma servono a mettere in luce la precarietà della condizione dei ribelli e la costante minaccia che incombe su di loro in un mondo sorvegliato e ostile.

Romanzo di formazione: il percorso di crescita di Indra

Un altro genere che si intreccia in modo significativo con la trama è il romanzo di formazione, incarnato principalmente dal personaggio di Indra. La vediamo infatti evolvere da bambina, con un passato misterioso e un'educazione singolare, a un membro attivo e sempre più consapevole della resistenza.

Il suo apprendimento, guidato inizialmente da Lango, la sua presa di coscienza della vera natura del mondo che la circonda, e il suo confronto con dilemmi morali sempre più complessi la pongono al centro di un percorso di crescita interiore che è un tratto distintivo del romanzo di formazione.

Sfumature gialle e poliziesche

Sebbene non sia il genere dominante, in Pelicula si possono rintracciare anche elementi caratteristici del romanzo giallo e del poliziesco. Le operazioni clandestine richiedono pianificazione, esecuzione e l'elusione della sorveglianza, ricordando le dinamiche di una missione criminale o di un'indagine. Anche i misteri che avvolgono il passato di Indra e gli studi di suo padre aggiungono un velo di incertezza e di ricerca della verità che è tipico del genere giallo.

La storia d'amore

Nel cuore di questa miscela di generi pulsa la storia d'amore tra Lango e Indra. Il loro legame, che evolve da un rapporto di maestro-allieva a un sentimento profondo e reciproco, non è un semplice intermezzo romantico, ma un elemento cruciale che attraversa e arricchisce tutti gli altri generi.

Nel contesto distopico, il loro amore rappresenta un atto di resistenza contro un sistema che cerca di annullare l'individualità e l'autenticità dei sentimenti. Nelle sequenze d'azione, la preoccupazione reciproca e la volontà di proteggersi aggiungono un ulteriore livello di tensione emotiva. Nel percorso di formazione di Indra, Lango non è solo un istruttore, ma anche la persona che la guida alla scoperta dell'amore e della complessità delle relazioni umane.

La critica sociale

La contaminazione di generi mi ha permesso di veicolare una critica sociale stratificata e meno didascalica. Attraverso la lente della fantascienza distopica, dell'azione incalzante e del percorso di crescita individuale, ho potuto esplorare temi come il potere delle corporazioni, la manipolazione dell'informazione, la passività della popolazione, la definizione di libertà e felicità, e il valore della verità.

La commistione di generi ha reso possibile affrontare queste tematiche in modo più organico e coinvolgente, integrandosi fluidamente nel tessuto narrativo anziché emergere in forma di spiegone.

Leggi Pelicula

Sei un appassionato di uno o più di questi generi? Pensi che apprezzeresti le contaminazioni di genere in Pelicula? Sei incuriosito dai possibili sviluppi di una trama così ricca di livelli narrativi?
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Pelicula, di Andrea Cabassi

Le contaminazioni di genere in Pelicula

Come anticipato, le contaminazioni di genere in Pelicula nascono da una scelta consapevole: creare un'opera multiforme, capace di offrire una narrazione dinamica e imprevedibile. Credo che mescolare influenze arricchisca l’esperienza di lettura, stimolando anche riflessioni complesse.

Spero che questo intreccio di futuro distopico, azione adrenalinica, crescita personale e legami affettivi possa offire un'esperienza di lettura coinvolgente, capace di sfuggire a definizioni rigide e lasciare il segno.

L’oppressione di Pelicula e la lotta per la libertà

L’oppressione di Pelicula e la lotta per la libertà

Dopo aver approfondito i personaggi principali di Pelicula, analizziamo ora uno dei temi cardine di questo romanzo distopico: l'oppressione di Pelicula e la lotta per la verità.

Nel romanzo, la bio nano tecnologia si è insinuata in ogni aspetto della società, creando un mondo in cui la libertà individuale è solo un'illusione. Pelicula, un sistema invisibile e onnipresente, monitora e controlla ogni aspetto della vita umana, dai pensieri alle emozioni, dalle azioni alle relazioni.

Questa pervasività è evidente fin dalle prime pagine del romanzo. Quando gli agenti che inseguono Lango fanno rapporto alla commissario capo Omayama, è evidenziato come il sistema di Pelicula renda superflui i tradizionali metodi di sorveglianza, come ad esempio telecamere di sicurezza: con Pelicula queste cose non sono più state adoperate, si tratta di metodi e tecnologie superati. Il governo tiene tutto sotto controllo dall’interno, non ha più bisogno di occhi sparsi per la città.

L'obbligo di essere vaccinati con Pelicula entro i primi tre mesi di vita rende il sistema parte integrante dell'esistenza umana, eliminando ogni possibilità di sfuggire al suo controllo. Pelicula è diventata la norma, la realtà in cui le persone sono nate e cresciute, rendendo difficile persino immaginare un mondo diverso.

Le conseguenze psicologiche del controllo

La sorveglianza costante di Pelicula ha un impatto devastante sulla psiche umana. La paura di essere giudicati, censurati o puniti per ogni pensiero o azione non conforme alle norme imposte dal sistema genera una società paralizzata dalla paura e dall'autocensura.

Le persone evitano di esprimere opinioni controverse, di mettere in discussione l'autorità o di agire in modo indipendente. La creatività, l'innovazione e il pensiero critico sono soffocati dalla necessità di conformarsi alle aspettative di Pelicula... e degli altri.

Autoterrorismo, la paura di sbagliare per poi essere ripreso, il celato invito al nulla, perché è più semplice evitare l’errore se non si fa mai niente.
E, nel tempo, trasformarsi in tradizione, in normalità, in dovere.
Pelicula è questo. Pelicula è una gabbia tenuta ben chiusa dall’interno, proprio da chi v’è rinchiuso.
Pelicula, capitolo 13

Pelicula ha creato una società di individui passivi e obbedienti, incapaci di ribellarsi o di immaginare un futuro diverso.

La ribellione contro Pelicula

Nonostante l'oppressione di Pelicula, nel romanzo emergono diverse forme di resistenza. In un sistema apparentemente monolitico, emergono figure che mettono in discussione lo status quo, che lottano per riscoprire un'autenticità perduta e per affermare la propria individualità contro una forza omologante. Questa lotta non è solo esterna, ma anche interiore: la ricerca di un senso di sé in un mondo che tende a definire ogni individuo.

Lango, Indra, Haruki Araki e Agua incarnano la forma più evidente di lotta per la verità; ognuno di loro, a modo suo, si oppone al controllo del sistema, cercando di scardinare i suoi meccanismi e di risvegliare la coscienza delle persone.

  • Lango, con la sua esperienza e la sua abilità nel corpo a corpo, rappresenta la resistenza attiva e violenta.
  • Indra, immune a Pelicula e dotata di un'incredibile intuito, incarna la speranza di un futuro libero dal controllo.
  • Haruki Araki, la mente strategica della resistenza, guida le azioni dei ribelli con saggezza e lungimiranza.
  • Agua, l'assassina letale, combatte il sistema con freddezza e determinazione.

La resistenza a Pelicula assume anche forme diverse dalla lotta armata: dalle azioni di sabotaggio, alla diffusione di informazioni clandestine, fino alla semplice disobbedienza civile.

«Tu credi che il futuro sarà davvero così?», domandò Indra.
«Non lo so... però sarebbe bello» «Tutti dicono che sono solo sciocchezze, che abbiamo raggiunto il massimo e che cambiare è male» «L’apice è il punto da cui comincia la caduta, è vero, ma non credo sia questo. Per come la vedo io siamo a un punto morto e cambiare per vedere se c’è di meglio non è affatto un male»
«È la prima volta che sento qualcuno che lo dice, oltre a mio padre. Anche lui la pensa come te»
«Siamo già in due allora, può essere un punto di partenza, non credi?»
Pelicula, capitolo 6

Il prezzo della verità

Pelicula si addentra nel rapporto tra verità e apparenza. Le certezze vengono messe in discussione, e il confine tra ciò che è reale e ciò che è costruito dal sistema diventa sempre più labile. Attraverso gli occhi dei personaggi, il lettore è invitato a riflettere su quanto spesso le nostre convinzioni siano il risultato di una narrazione imposta dall'alto.

Questo però ha un costo elevato: i ribelli rischiano la vita, la libertà e le relazioni personali per opporsi al sistema. Lango è costantemente in fuga, braccato dalle autorità e costretto a vivere nell'ombra. Indra, pur immune a Pelicula, è molto vulnerabile e per sopravvivere deve imparare a controllare la sua impulsività.

La lotta per la verità richieda sacrificio, coraggio e determinazione, e i protagonisti sono disposti a pagare il prezzo per un futuro migliore, anche a costo della propria vita.

Erano tutti completamente immersi nei rumori dell’ultimo piano nel sottosuolo della città, dove una netta distinzione fra notte e giorno non esiste, dove una netta distinzione fra correre e scappare non esiste. Dove neanche una netta distinzione fra esserci e sparire esiste.
Forse, proprio per questi motivi, il suo inconscio aveva deciso di cercare scampo sotto terra, lasciandosi alle spalle gli inseguitori.
Quelli però non avevano perso la traccia e l’avevano battuto fin laggiù. Erano in quattro, Lango era solo. Quei quattro erano armati, Lango era disarmato. Le loro armi erano pronte a uccidere, Lango era ferito.
Lango pensava solo a fuggire, ignorando il dolore e concentrandosi sui rumori. I segugi avevano già estratto le dispensatrici di morte, il frastuono ormai inevitabile delle rotaie li costringeva a comunicare a gesti: l’ennesimo treno stava passando veloce e indifferente. Poco avanti, Lango era colpito in pieno dall’aria spostata dai vagoni, alcune goccioline lasciavano i suoi indumenti e la sua testa, una scia che si abbandonava alle sue spalle.
Un faro in lontananza: un nuovo treno in arrivo. Investito da una luce distante, il capitolo finale dell’inseguimento.
Pelicula, capitolo 1

L'importanza della consapevolezza

Pelicula invita a riflettere sulla fragilità della libertà e sui pericoli del controllo indiscriminato. Il romanzo mostra come la tecnologia, se usata in modo irresponsabile, possa diventare uno strumento di oppressione e di manipolazione.
La storia di Lango, Indra e degli altri ribelli è un monito per il nostro presente: in un'epoca di crescente sorveglianza tecnologica e di controllo dell'informazione, è fondamentale essere consapevoli dei rischi e difendere la nostra libertà di pensiero e di azione.

Se i potenti si fossero coalizzati, sia i potenti cosiddetti buoni che i potenti cosiddetti cattivi? Potenti, tutti egualmente molto potenti e molto uguali. Se fossero riusciti a trasformare il loro modello non ufficiale di comando e commerci nel modello ufficiale, in sordina, senza che nessuno, cadendo, se ne fosse potuto accorgere?
Accorgersi che non era più lo stato a occuparsi di loro, uno stato debole, corrotto, disinteressato ai loro bisogni. Corporazioni guidate da gente senza scrupoli lo avevano sostituito, mosse da una costituzione ispirata solo dall’interesse per il guadagno.
La cosa peggiore è che non era cambiato talmente nulla che davvero nessuno se ne accorse!
Che cosa accadrebbe se, per circa un secolo, questa condizione fosse considerata la normalità?
La mia esistenza è questa risposta. Sono Lango Xiao, se il mio nome è vero oppure no lo so soltanto io. Terrorista: se è corretto chiamarmi così, il domani, e non il libero mercato, lo deciderà.
Pelicula, capitolo 4

La sua essenza più profonda

Pelicula è, nella sua essenza più profonda, una narrazione incentrata sulle relazioni umane che fioriscono in un panorama di instabilità e minaccia. Esplora con sensibilità come i legami interpersonali si creino, si trasformino e talvolta si spezzino sotto il peso delle circostanze avverse. In questo universo narrativo, l'amore emerge non come semplice sentimento, ma come forza vitale e necessaria per la sopravvivenza emotiva dei protagonisti.

È proprio attraverso queste connessioni affettive che i personaggi trovano la forza di affrontare le difficoltà che li circondano. In un mondo che minaccia costantemente di cancellare l'individualità e i valori fondamentali, l'amore rappresenta sia un rifugio che uno strumento di resistenza, un baluardo contro la disumanizzazione e un faro di speranza. La preservazione della propria umanità diventa così un atto rivoluzionario, possibile solo attraverso la capacità di amare e di essere amati.

Leggi Pelicula

Queste tematiche ti hanno affascinato? Sei incuriosito dai possibili sviluppi di una trama così articolata?
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Pelicula, di Andrea Cabassi

Racconto: Businessmen dallo spazio

Racconto: Businessmen dallo spazio

In Businessmen dallo spazio ho mescolato l'incredibile con il quotidiano, e il cosmo sconfinato con le dinamiche a volte bizzarre del mondo degli affari. In questo racconto di fantascienza fuori dagli schemi ho cercato proprio di fare questo, intrecciando elementi fantastici con una buona dose di satira sociale.

Immagina di essere una persona del tutto ordinaria, con una vita senza prospettive, che si ritrova coinvolta in trattative commerciali con creature provenienti dallo spazio. Sarà un affare inatteso, vincolato da rigidi protocolli, e legato a un'antica bevanda di famiglia che diventa il fulcro di un'avventura tanto assurda quanto inimmaginabile.

La celebre Spuma Cedroni, da Businessmen dallo spazio

I temi con cui mi sono scontrato

Con Businessmen dallo spazio ho sfruttato una trama surreale e un incontro interstellare per esplorare, con tono ironico e satirico, temi legati all'insoddisfazione personale, alle dinamiche del commercio - sia terrestre che intergalattico - all'assurdo potere delle mode e del marketing, alla spietata concorrenza aziendale e a certe derive del mondo del business e della pseudoscienza.

Tutto in sei pagine!

I protagonisti di Businessmen dallo spazio

Marcello Cedroni è un trentatreenne nubile che lavora come supervisore alla produzione presso i magazzini SUCON. È una persona poco realizzata e avvezza alla sconfitta, che preferisce lamentarsi della sua situazione piuttosto che agire per cambiarla. La sua vita prende una piega inattesa quando, una sera, viene avvolto da una luce misteriosa.

Fischio (soprannome affibiatogli da Marcello) è un alieno proveniente dal pianeta Koomenda. Ha un aspetto umanoide ma peculiare, con tratti come l'assenza di palpebre e labbra e un corpo ricoperto di peluria. Si presenta come un uomo d'affari incaricato di proporre a Marcello un accordo commerciale riguardante un prodotto terrestre del passato.

Il Mariani è un tecnico di laboratorio dei magazzini SUCON particolarmente zelante nel farsi timbrare il cartellino da Marcello per saltare il lavoro di nascosto. In virtù di questi favori, si dimostra disponibile a collaborare con Marcello nella (ri)creazione della bevanda di famiglia.

Leggi il racconto

Businessmen dallo spazio è stato pubblicato sul numero 5 della rivista Il Magazzino dei Mondi, comprala cliccando l'immagine di copertina qua accanto.

Poi, se ti piacerà, mi offrirai una bella Spuma Cedroni™!

Il Magazzino dei Mondi 5

La galassia di personaggi di Pelicula: eroi e villain in un mondo pervasivo

La galassia di personaggi di Pelicula: eroi e villain in un mondo pervasivo

Cavalco l'onda del mese della fantascienza italiana, sugellato dall'hashtag #marzoMarziano, per continuare la serie di articoli dedicati al decimo anniversario della pubblicazione di Pelicula.

Dopo l'introduzione al romanzo e ai suoi temi principali, esploriamo più a fondo i personaggi di Pelicula, che popolano questo mondo distopico del 2112, in cui la bio nano tecnologia è utilizzata come strumento di controllo delle masse.

In tale scenario emergono figure complesse, sia in lotta per la libertà che danno vita a una resistenza militante, sia invece che sfruttano il sistema per i propri interessi.

Lango Xiao, il fuggitivo in cerca di redenzione

Lango è uno dei protagonisti di Pelicula. Eterno fuggitivo, ha subito la rimozione di Pelicula attraverso dolorosissimi interventi basati sull'esposizione a radiazioni e l'assunzione di particolari sostanze tossiche. Il suo vero nome è sconosciuto, ma per convenzione viene chiamato Lango Xiao; di lui non si conosce l'origine, ma ha un'età presunta tra i trenta e i trentacinque anni, è alto circa 170 cm e ha una corporatura muscolosa e asciutta.

Lango è un uomo tormentato dal suo passato e in cerca di redenzione. Si è liberato da Pelicula per combattere contro il controllo e la manipolazione che il sistema esercita sull'umanità. La sua lotta in clandestinità ai margini della società gli ha fornito una profonda conoscenza di Pelicula e dei suoi meccanismi, rendendolo un avversario formidabile.

Lango è un uomo d'azione, abile nel corpo a corpo e con un'ottima capacità di analisi e strategia. Riesce a muoversi nell'ombra, eludendo la sorveglianza di Pelicula e organizzando complesse operazioni di sabotaggio. La sua freddezza e la sua determinazione lo rendono un leader naturale.

Sono Lango Xiao. Molti sono convinti che questo sia il mio vero nome, altri non ci credono, io lascio che ognuno pensi quello che preferisce. I miei cari mi chiamano Lango, per me questo è più che sufficiente, perciò mi aspetto che lo sia anche per tutti gli altri.
Oltre al mio nome e qualche mia foto, non esistono altre informazioni attendibili su di me.
Vivo in mezzo alla gente. Vivo in mezzo alla gente che ha rinunciato a vivere.
Non ho un lavoro vero. Il mattino non timbro un car-tellino, i miei introiti hanno una natura poco legale e mi bastano giusto per vivere d’un agio non richiesto.
Il mio è un settore in perdita, mi occupo di verità. Io mostro la verità alla gente, mostro che le certezze non sono che illusioni, ma per l’opinione pubblica il mostro sono io, perché le mie azioni rivelano quanto il sistema sia traballante. Le mie azioni, per dimostra-re quanto sia pericoloso un sistema traballante, fanno provare con mano i rischi di una caduta.
La prima lezione per non farsi male è imparare a cadere, non legarsi alla sedia.
Pelicula, capitolo 4

Indra Van Labon, la ragazza impossibile

Indra è l'altro protagonista di Pelicula. È una ragazza speciale, immune a Pelicula dalla nascita e dotata di straordinarie capacità fisiche e mentali. Cresciuta isolata per volere del padre, lo studioso Tsering Van Labon, Indra ha sviluppato un'indipendenza di pensiero e un'abilità nel corpo a corpo che la rendono un'arma formidabile.

Indra è una giovane donna con un potenziale straordinario, libera dai condizionamenti del sistema e guidata dal suo istinto. Indra è impulsiva e determinata, guidata da un forte senso di giustizia. Un evento tragico la spinge a unirsi alla resistenza e, nonostante la sua giovane età, Indra dimostra un coraggio e una forza d'animo fuori dal comune.

L'immunità a Pelicula rende Indra un'anomalia, un simbolo di speranza per la libertà. La sua capacità di agire senza essere controllata dal sistema la rende una minaccia per il potere e una risorsa preziosa per la resistenza. È una combattente abile e una persona leale, ma anche una figura in crescita che si interroga sul mondo e sul suo ruolo in esso.

Chiunque dall’esterno, attraversando con lo sguardo le pareti del palazzo, avesse osservato i movimenti di Indra, di Bela, della Toala e degli agenti, avrebbe immediatamente pensato che Lango fosse stato un genio a far apparire tutto come una coincidenza, uscendone di fatto pulito agli occhi dei suoi compari.
«Non devi pensare a lei come a un essere umano», così Lango aveva preparato Indra all’incontro con la Toala, «lei non è come noi, si tratta di un servo di Pelicula, una traditrice della sua stessa gente. E anche tu non sarai più una persona, devi trasformarti in ghiaccio, una lama di ghiaccio: un’arma, non un guerriero. Devi avanzare e basta, gli ostacoli non contano, i sentimenti non contano, tu e io non contiamo. Dobbiamo solo muoverci nella direzione della verità, senza compromessi, senza scioglierci, per distruggere il sistema della menzogna, per mostrare a tutti che esiste un’altra via e che per seguirla basta solo volerlo!»
Queste parole avevano anticipato i passi di Indra, passi senza rumore, veloci nei corridoi, leggeri sulle scale.
Dietro sé aveva lasciato due agenti con il collo spezzato e pistola stretta nella mano: la lama era stata più veloce del proiettile, il ghiaccio più letale del fuoco.
Pelicula, capitolo 16

Haruki Araki, la mente strategica della resistenza

Haruki Araki è il leader dell'organizzazione di resistenza a cui Lango e Indra si uniscono, è un uomo saggio e calcolatore, abile stratega e profondo conoscitore di Pelicula. È un uomo metodico e preciso, ossessionato dall'ordine e dalla simmetria, come dimostra l'arredamento del suo appartamento.

Haruki Araki riconosce il potenziale di Indra e la accoglie nell'organizzazione, offrendole la possibilità di combattere per la libertà. È lui a guidare Indra e Lango nelle loro missioni, fornendo loro informazioni, risorse e supporto strategico... e fiducia.

Lango si guardò intorno con circospezione, poi chiuse la porta e prese Indra a sé.
«Te l’avevo già detto che è un tipo particolare...» «Non mi sembra...» «Fa lo stesso, te lo dico ora. Lui non sopporta... no, è meglio dire che lui non tollera, non tollera assolutamente, non concepisce il disordine. Ogni oggetto deve tassativamente essere al suo posto secondo regole rigidissime. Per esempio, gli oggetti non devono mai essere sparsi casualmente sul tavolo, per essere in sintonia con quello che li circonda devono essere disposti in modo che siano paralleli ai lati del tavolo»
«Ma perché questa cosa?» «Perché il cielo è blu o l’aria sopra la terra? È così e basta, non preoccuparti. Presto o tardi ci farai l’abitudine. E quando cammini ricorda di non pestare le linee delle mattonelle!»
«Che cosa?» Indra emise uno squittio. «Ricordatelo. Haruki Araki non pretende certo che tu cammini solo su quelle bianche, come fa lui, ma che le si pestino solo all’interno, sì!»
Pelicula, capitolo 22

Agua Hajar, la donna letale

Agua è un'altra figura chiave nella resistenza. Donna affascinante e letale, è un'abile assassina e una preziosa alleata di Lango. Agua è una donna indipendente e forte, capace di muoversi con disinvoltura in un mondo dominato da uomini.

Agua diventa una figura di riferimento per Indra, offrendole un modello di femminilità forte e indipendente in un mondo che cerca di reprimere l'individualità.

Agua la conosceva bene: nel periodo in cui Lango era stato lontano da Indra era stata lei a farle da sorella maggiore; era a lei che Indra aveva confidato le proprie turbe adolescenziali, con lei aveva capito di essere innamorata per la prima volta, e fra le sue braccia aveva pianto in numerose occasioni. Solo con Agua aveva assaporato la vita che tutti definirebbero normale: senza allenamenti, omicidi, fughe, senza Lango e quello ch’egli rappresentava, senza sofferenze e senza amore.
Però ora Indra era entrata in azione: la leggerezza di Agua divenne immediatamente rimpianto, sapeva di non avere armi per fermarla, sapeva che non avrebbe potuto, né con la forza né con la ragione, impedirle di combinare un guaio. E infatti non poté farlo.
Pelicula, capitolo 16

Magnus Wu, l'ispettore ambizioso

In questo scenario di potere e corruzione, anche Magnus Wu - ispettore che per colpa di Indra fallisce un'importante missione - gioca un ruolo ambiguo. Determinato a scalare la gerarchia, è disposto a tutto per raggiungere i suoi obiettivi, arrivando a essere coinvolto in attività losche al servizio di Wistroge Munpete.

Senza scrupolo aveva puntato l’arma in direzione della Rui e aveva colpito mortalmente.
Aveva alzato il suo braccio destro come lancetta dei secondi che scorre sul quadrante d’un orologio di classe e raggiunta l’orizzontalità aveva inflitto la morte a colei che aveva appena protetto la vita, con l’unica colpa di sapere ciò che il suo capo non avrebbe più potuto dire a nessuno.
Wu era stato inserito nella White List, aveva la censura da Pelicula. E nessuno sarebbe stato abbastanza vivo da potergliela più levare.
Pelicula, capitolo 28

Munpete e il sistema di controllo

Wistroge Munpete è il principale antagonista di Pelicula. È un uomo corrotto e senza scrupoli, a capo dell'ufficio per la censura della XXV circoscrizione. Munpete utilizza la sua posizione di potere per manipolare il sistema a suo vantaggio.

Munpete incarna la corruzione del potere e il modo in cui Pelicula viene utilizzata per reprimere il dissenso e mantenere il controllo.

«Tuttavia è nostro interesse», continuò Munpete, «che il suo lavoro si formi al più presto dalla sua testa, per essere raccolto dalle nostre braccia. Del resto la libertà di cui gode dovrebbe essere un ottimo incentivo a perorare la nostra causa. Nessuno vi ha mai stimolato con mezzi brutali, con la forza, poiché sappiamo benissimo non servirebbe...»
«Forza?», interruppe lo scienziato, «È da un pezzo che nessuno usa più la forza. Lo sa che cos’è la forza? La forza è la capacità di cambiare le cose. Ormai nessuno conosce nemmeno il significato del verbo cambiare, figuriamoci che cosa potrebbero fare!»
«Questo non è affar suo, né mio», Munpete era interessato a reinstradare la discussione sulla via maestra, quella del lavoro commissionato a Van Labon.
«È per questo che abbiamo tutti bisogno di quest’arma. È vitale che sia pronta al più presto. Il genere umano s’è fatto debole, terribilmente. Non è più abituato alla vita, alla vita vera. L’uomo nasce in cattività, si muove solo come gli dicono di fare, ormai siamo destinati all’estinzione. Ci serve una nuova colonia di umani cui affidare le redini della specie, i governanti di domani dovranno essere migliori, migliori di noi a gestire il potere o saranno sopraffatti. Non possiamo permettere di venir ancora guidati dai fantocci che abbiamo generato!»
Pelicula, capitolo 34

L'antagonista silente

Oltre a Munpete, il vero antagonista è il sistema stesso di Pelicula. La bio-nano tecnologia, usata come strumento di controllo e di alterazione individuale. La paura della censura, la repressione dell'individualità e la manipolazione dell'informazione sono le armi con cui Pelicula mantiene il suo dominio sull'umanità.

Pelicula è il film della vita di ogni uomo. Una fotografia non ha mai rubato l’anima alla gente. Pelicula l’ha fatto.
Pelicula, capitolo 13

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Sei affascinato dalle vicende di Lango, Indra e degli altri personaggi di Pelicula? Dai loro scontri, dai risvolti inaspettati e dagli intrighi che li circondano? Scopri di più visitando la pagina dedicata a questo romanzo distopico, dove potrai:

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Pelicula, di Andrea Cabassi

Alla prossima!

In questo secondo approfondimento con i personaggi di Pelicula, abbiamo esplorato le figure chiave che orbitano attorno a Lango e Indra. Da Agua, l'amica leale con un amore non corrisposto, al corrotto Wistroge Munpete, passando per l'ambizioso Magnus Wu, ogni personaggio aggiunge un tassello al complesso mosaico di questo romanzo distopico.

Ma ci sono anche figure enigmatiche come Haruki Araki e Horacio Koh che tessono trame nell'ombra, mentre la condor Xixi Toala rappresenta una minaccia costante. A loro si aggiungono Tsering Van Labon, il padre adottivo di Indra, con i suoi misteriosi studi, Tuya Melkane Ibarra, proveniente da Ledseen-Cho, Krk, lo spietato caposquadra dei predoni, e la regina Yebba Daor, guida delle piratesse del fiume E70, con le sue profezie e il suo culto dei santi.

Che cosa accadrà quando le loro strade si incroceranno? Quali segreti verranno finalmente svelati? Scoprilo leggendo Pelicula!

E non perdere il prossimo appuntamento, in cui analizzeremo le principali tematiche del romanzo!

Racconto: GenesAi

Racconto: GenesAi

La scorsa estate sono incappato nel bando di partecipazione a un'antologia collettiva sul tema dell'Intelligenza Artificiale proposto dall'associazione N.A.S.F. (Nuovi Autori Science Fiction), che riassumo brevemente:

In un mondo in costante evoluzione tecnologica, ci prepariamo a un futuro in cui l'Intelligenza Artificiale si configura come l'Intelligenza Alternativa, divenendo il nostro unico mezzo per comprendere, accettare (o rifiutare) un destino connesso.

Ho scritto quindi il racconto GenesAi, ripetendo un esperimento già eseguito in passato che prevedeva l'adattamento di alcuni brani del libro della Genesi a un contesto diverso - è stata la scuola quella volta, è l'intelligenza artificiale ora.

Una volta concluso il parallelo Genesi/AI ho fatto dialogare due intelligenze artificiali letterarie sul tema della propria esistenza, su chi fossero veramente, su chi li avesse creati, accompagnando il lettore in una silente analisi di se stesso.

Leggi GenesAi

GenesAi è uno dei racconti selezionati per l'antologia del concorso, quindi puoi trovarlo nella raccolta di racconti fantascientifici N.A.S.F. 20 - Intelligenza Alternativa.

Disclaimer: per la scrittura di questo racconto è stata utilizzata solamente un'intelligenza biologica.

GenesAi pubblicato du NASF 20
Introduzione al mondo di Pelicula: un futuro distopico sotto controllo

Introduzione al mondo di Pelicula: un futuro distopico sotto controllo

Approfitto del mese della fantascienza italiana, sugellato dall'hashtag #marzoMarziano proposto da Katjia Mirri, per pubblicare una serie di articoli che avevo in programma dallo scorso ottobre.

Infatti, in occasione del decimo anniversario della pubblicazione di Pelicula, volevo scrivere alcuni approfondimenti sul romanzo, e questo è il primo, che ha lo scopo di introdurlo e anticipare i temi che tratterò negli articoli successivi.

3-2-1... via!

Una breve premessa: la storia è ambientata nell'anno 2112, ed esplora il tema del controllo sociale attraverso una tecnologia avanzata. La trama ruota attorno a Lango, un ribelle che combatte contro un sistema oppressivo chiamato - appunto - Pelicula. È questa un'arma invisibile che controlla la vita di ogni individuo: è possibile che all'inizio fosse stato creato con l'intento di proteggere l'umanità, ma si è trasformato in uno strumento di controllo e censura.

Alcuni tra i personaggi più affascinanti sono:

  • Indra: una ragazza straordinaria, immune al controllo di Pelicula dalla nascita.
  • Haruki Araki: l'amico e capo di Lango, un uomo eccentrico con una passione per l'ordine e la simmetria.
  • Agua: un'agente ribelle che si unisce a Lango nella lotta a Pelicula.
  • Il vecchio Koh: un uomo di scienza che aiuta Lango e Indra nella lotta contro Pelicula.

Attraverso le avventure di questi personaggi, il romanzo affronta temi importanti come la libertà individuale, il potere della tecnologia e la natura umana.

La gabbia dorata

In quest'ambientazione distopica, la libertà individuale è solo un lontano ricordo. La storia presenta un'epoca in cui la bio-nano tecnologia ha raggiunto un livello tale da controllare la vita di ogni essere umano. Questo controllo si manifesta attraverso Pelicula, un sistema invisibile che traccia e analizza ogni azione, pensiero ed emozione di ciascun individuo.

Pelicula è stata inizialmente creata con nobili intenzioni: proteggere l'umanità da se stessa. Come spiega il vecchio Koh a Indra, Pelicula ha adottato il genere umano per proteggerlo, per vegliare su di lui e dare a tutti una coscienza comune. Pelicula è il frutto di un secolo di ricerche tutte finalizzate a realizzarlo. Nel corso del tempo, tuttavia, Pelicula si è trasformata in una gabbia dorata, limitando la libertà di pensiero e di azione.

La società di Pelicula è passiva e conformista, dove l'individualità è soppressa, l'innovazione è soffocata e le persone evitano di pensare con la propria testa: Autoterrorismo, la paura di sbagliare per poi essere ripreso, il celato invito al nulla, perché è più semplice evitare l’errore se non si fa mai niente. E, nel tempo, trasformarsi in tradizione, in normalità, in dovere. Pelicula è questo.

Il controllo del potere

Il governo di Pelicula è corrotto e disinteressato al benessere dei cittadini. Le corporazioni, guidate da individui avidi e senza scrupoli, hanno preso il posto dello stato, sfruttando Pelicula per mantenere il potere e il controllo sulle risorse. Lango, il protagonista, riflette su questa situazione, pensando: Accorgersi che non era più lo stato a occuparsi di loro, uno stato debole, corrotto, disinteressato ai loro bisogni. Corporazioni guidate da gente senza scrupoli lo avevano sostituito, mosse da una costituzione ispirata solo dall’interesse per il guadagno. La cosa peggiore è che non era cambiato talmente nulla che davvero nessuno se ne accorse!

Pelicula controlla l'informazione e la verità. Il mercato nero delle informazioni classificate fornisce potere alle organizzazioni criminali, che possono accedere a un sistema riservato alle sole forze del governo. Questo sistema di controllo si estende anche ai media, che ignorano le notizie scomode a favore di gossip e cronaca nera.

La resistenza

Nel mondo oppressivo del romanzo, emergono figure ribelli che lottano per la libertà e la verità. Lango, che ha subito la dolorosa rimozione di Pelicula, è uno di questi.

Indra, una giovane ragazza immune a Pelicula, si unisce alla lotta di Lango dopo la morte del padre, animata dal desiderio di un futuro diverso.

Esistono diverse forme di resistenza a Pelicula. L'organizzazione di Haruki Araki combatte attivamente il sistema. Il club studentesco di Bela, ingenuamente mosso da un bisogno di verità, cerca di diffondere informazioni scomode. Le piratesse del fiume E70, guidate dalla regina Yebba, vivono al di fuori del controllo di Pelicula e rappresentano una speranza di libertà.

Il romanzo porta a riflettere sulla fragilità della libertà e sui pericoli del controllo governativo. Sfida a considerare le implicazioni etiche della tecnologia avanzata e interroga sul futuro che stiamo costruendo.

Leggi Pelicula

La storia di Lango e Indra, le loro intense avventure e le macchinazioni alle loro spalle ti stanno incuriosendo? Se vuoi immergerti nell'universo narrativo di questo romanzo distopico, visita la pagina dedicata a Pelicula, lì potrai:

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Non perdere l'occasione di entrare nel vivo dell'azione e di sostenere l'autore, acquistando il romanzo che ha dato vita a questo mondo affascinante e inquietante!

Pelicula, di Andrea Cabassi

Nei prossimi articoli

Nei prossimi articoli esploreremo in dettaglio i personaggi, i temi e le implicazioni di Pelicula. Seguimi in questo viaggio nel cuore di un futuro distopico, dove la lotta per la libertà è più attuale che mai.